Come vi avevamo raccontato qualche settimana fa il programma del festival Donizetti Opera 2019 (che si è aperto la settimana scorsa e che proseguirà fino al 1 dicembre prossimo) è caratterizzato da un evento che possiamo definire di portata storica: la prima rappresentazione scenica de L’Ange de Nisida, l’opera di Donizetti riscoperta negli scorsi anni ed eseguita (solo in forma di concerto) alla Royal Opera House di Londra nel 2018. L’occasione di scoprire un titolo mai eseguito prima (e che nemmeno l’autore aveva avuto l’occasione di sentire) è stata ulteriormente impreziosita dalla regia, firmata da Francesco Micheli, che si è riappropriata (anche se solo per qualche giorno) del Teatro Donizetti, o meglio del cantiere di restauro, che ancora interessa il teatro e che dovrebbe concludersi il prossimo anno, giusto in tempo per ospitare due dei titoli del Festival 2020: Marin Faliero e La fille du régiment.
Lo spettacolo messo in scena da Micheli, pur nella sua semplicità, è risultato estremamente efficace e di grande coinvolgimento per il pubblico. L’azione scenica si svolge interamente nello spazio della platea, il coro si va spostando tra la platea e la prima galleria, mentre il pubblico occupa i tre ordini di palchi e una gradinata posta sul palcoscenico. È estremamente suggestivo come il regista abbia sfruttato ogni spazio o elemento a sua disposizione (vedi per esempio la scenografica discesa del lampadario a fine secondo atto), riuscendo così a mettere in dialogo un’opera “in costruzione” come L’ange e un luogo anch’esso ancora in divenire come il cantiere del Teatro Donizetti. Le scene (ideate da Angelo Sala) rappresentano nei primi due atti ambientati sull’isola di Nisida una grande isola di carta, realizzata dalle copie delle carte e degli spartiti dell’Ange de Nisida, mentre negli ultimi due atti la scena si semplifica ulteriormente trasformandosi in una grande superficie specchiante. Un sapiente uso delle luci (curate da Alessandro Andreoli) riesce a dare forma ai diversi ambienti. Una menzione speciale va a Margherita Baldoni che per l’occasione ha firmato gli splendidi costumi, in particolare quelli del terzo atto in cui tutta la corte è vestita con degli splendidi costumi di foggia rinascimentale realizzati interamente in carta. Nel complesso troviamo uno spettacolo molto suggestivo e con forti immagini simboliche che lasciano lo spettatore soddisfatto e fortemente coinvolto.
Sul podio dell’orchestra della Donizetti Opera c’era Jean-Luc Tingaud impegnato nel difficile ruolo di dare vita alla partitura dell’Ange. Il compito non era facile, a cominciare dalla difficoltà di rappresentazione in uno spazio scenico inusuale dall’acustica non ottimale. Il direttore francese ha vinto la sfida, ben sostenendo l’esecuzione e trovando appieno il colore orchestrale adatto a questa partitura, tra il lirismo dei momenti più drammatici e la leggerezza dei momenti più brillanti. Di buon livello il cast coinvolto in questa produzione, a partire dalla protagonista Sylvia interpretata dalla giovanissima Lidia Fridman che offre un’interpretazione sofferta e molto coinvolgente, ben supportata da una voce dal timbro brunito sicura nei diversi registri e capace di piegarsi senza ostacoli alle agilità che il ruolo le riserva. Le faceva ben da contraltare il Leone del tenore coreano Konu Kim. La sua è un’esecuzione generosa, impreziosita dal timbro tenorile trasognato e da un ottimo registro acuto. Maiuscola la prova interpretativa e vocale di Florian Sempey impegnato nel ruolo di Don Fernand. La voce del baritono francese si piega alla perfezione alle esigenze della partitura, senza togliere la sfrontata e magnetica presenza scenica. Roberto Lorenzi ben vestiva i panni dell’unico personaggio comico della vicenda, Don Gaspar, così come Federico Benetti quelli ieratici e seriosi del Monaco.
Al termine grande successo per tutti gli interpreti e per i fautori di questa memorabile serata, punto di inizio, si auspica, per l’entrata stabile di questo titolo nel repertorio operistico.
Davide Marchetti
Donizetti Opera
Cantiere del Teatro Donizetti
Bergamo | 16 novembre 2019
L’ange de Nisida
Opera in quattro atti di Alphonse Royer e Gustave Vaëz
musica di Gaetano Donizetti
Don Fernand d’Aragon | Florian Sempey
Don Gaspar | Roberto Lorenzi
Leone de Casaldi | Konu Kim
La comtesse Sylvia de Linarès | Lidia Fridman
Le Moine | Federico Benetti
Orchestra Donizetti Opera
Coro Donizetti Opera
direttore | Jean-Luc Tingaud
regia | Francesco Meli
scene | Angelo Sala
costumi | Margherita Baldoni
lighting design | Alessandro Andreoli
assistenti alla regia | Davide Gasparro e Erika Natali
assistenti costumi | Silvia Pasta e Valentina Volpi
maestro del coro | Fabio Tartari