Dopo Rusalka, Faust e La clemenza di Tito, la stagione d’opera del glorioso Theater an der Wien di Vienna prosegue con la nuova produzione de La Vestale di Spontini, in un allestimento firmato da Johannes Erath, mentre la parte musicale è affidata a Bertrand de Billy.
Iniziamo parlando dalla regia firmata da Johannes Erath, che propone una lettura fin troppo intellettualistica della vicenda (che dovrebbe essere ambientata ai tempi dell’antica Roma) rendendo lo spettacolo praticamente impossibile da decifrare. Il lavoro di Erath ha spostato l’ambientazione in un tempo non ben definito (sicuramente più vicino alla nostra contemporaneità che non al tempo degli antichi romani) e in un non luogo, forse una prigione mentale. Al termine dello spettacolo Licinius è infatti costretto impotente ad assistere al ripetersi della scena iniziale, come a volerci dire che il male tornerà ciclicamente a colpire, senza alcuna possibilità di sconfiggerlo. Il lavoro di Erath attorno all’opera ha portato ad una spoliazione delle scene, qui dominate solamente da un gigantesco cubo bianco rotante (che simboleggiava il tempio della divinità) posizionato in mezzo al palcoscenico; anche il palco è stato spogliato per l’occasione di tutte le quinte, mettendo così a nudo la struttura della torre scenica e del retropalco. Completavano il tutto pochi altri oggetti di scena, qualche poltrona, alcuni tavolini e alcune sedie, ma soprattutto una enorme statua della Madonna Addolorata collocata nel secondo atto al centro di una piscina all’interno il grande cubo/tempio, che diventerà nel terzo atto la tomba/prigione di Julia. Detto ciò non possiamo che considerare l’ermetismo della regia di Erath una delle poche note dolenti della serata.
Passando alla parte musicale è stata ottima la prova dei Wiener Symphoniker, che come accennavamo precedentsmente sono stati splendidamente guidati da Bertrand de Billy, capace di cesellare sapientemente la partitura ottenendo un magnifico risultato e un perfetto equilibrio tra buca e palcoscenico. Così come è stata davvero maiuscola la prova dei due protagonisti, Elza van den Heever e Michael Spyres, entrambi accolti da calorosissimi applausi al termine della recita. Elza van den Heever, che interpretava Julia, ha dato una grande prova strappando applausi a scena aperta in particolare dopo la sua aria del secondo atto Impitoyables dieux! Michael Spyres con il suo splendido timbro ha tratteggiato un Licinius eroico che ha saputo conquistare il pubblico. Buona anche la prova di Claudia Mahnke (la grande vestale) e di Franz-Josef Selig (il pontefice) che oltre alla ottima prova musica sono riusciti a rendere perfettamente il doppio volto pensato dai Erath per i loro personaggi.
Un’opera che è ingiustamente uscita dal repertorio dei teatri, di un’importanza capitale per la formazione musicale del giovane Wagner (che proprio da La Vestale estrarrà il tema del destino del suo Ring) che merita di essere riscoperta!
Theater an der Wien
Vienna | 18 novembre 2019
La Vestale
tragedia lirica in tre atti
musica di Gaspare Spontini
libretto di Victor-Joseph-Étienne de Jouy
Julia | Elza van den Heever
La Grande Vestale | Claudia Mahnke
Licinius | Michael Spyres
Cinna | Sébastien Guèze
La Souverain Pontife | Franz-Josef Selig
Le Chef des Aruspices | Dumitru Mădărășan
Un Consul | Ivan Zinoviev
Wiener Symphoniker
Arnold Schoenberg Chor
direttore | Bertrand de Billy
maestro del coro | Erwin Ortner
regia | Johannes Erath
scene | Katrin Connan
costumi | Jorge Jara
luci | Bernd Purkrabek
video | Bibi Abel
dramaturgie | Olaf A. Schmitt
ph. Werner Kmetitsch
bravi, molto interessante
Grazie Marco!