Nell’anno delle celebrazioni per i 250 anni dalla nascita di Ludwig van Beethoven, Riccardo Chailly ne propone l’integrale delle sinfonie coinvolgendo tutti i complessi scaligeri: Orchestra, Filarmonica e Accademia. La serata del 17 gennaio ha il via con Egmont schierando ben cinque corni. Seguono la Ottava in fa maggiore, in conclusione della prima parte ed una bella esecuzione della Quinta in do minore, una tra le pagine più celebri della storia della musica, in conclusione di serata.
Un concerto molto atteso, dal programma di richiamo, che però non ha convinto appieno. La lettura di Chailly è solida, precisa, degno riflesso di un professionista di lunga carriera che conosce bene il suo mestiere. Pur confermandosi energica, è poco sfaccettata dal punto di vista interpretativo e un po’ piatta per quanto riguarda la dinamica. La tendenza a insistere sul forte lascia ben pochi margini per i crescendo nell’Ottava, passata più in sordina rispetto alle altre due pagine eseguite.
I tempi sono serrati, l’esecuzione è coinvolgente e il pubblico dimostra di gradire accogliendo il concerto con una buona dose di applausi. Tirando le somme, però, passati gli entusiasmi e il trasporto che la musica di Beethoven provoca anche nello spettatore più distratto, la lettura di Chailly relativa alla serata del 17 gennaio non si pone come riferimento nel panorama interpretativo. La Filarmonica, per ciò che le compete, ha suonato benissimo dimostrandosi compatta in tutte le sezioni.
Il prossimo appuntamento della stagione sinfonica del Teatro alla Scala è con la Quinta di Anton Bruckner, in programma il 10, l’11 e il 14 febbraio alle ore 20: sul podio della Filarmonica il maestro Eliau Inbal.
Teatro alla Scala
Milano | 17 gennaio 2020
Filarmonica della Scala
direttore | Riccardo Chailly
Ludwig van Beethoven
Egmont – Overture
Sinfonia n. 8
Sinfonia n. 5
ph. Brescia/Amisano