Roméo et Juliette di Gounod | Teatro alla Scala

Roméo et Juliette di Gounod alla Scala di Milano

Dopo la Tosca inaugurale, il secondo titolo della stagione scaligera 2019/2020 è stato il Roméo et Juliette di Gounod, nella produzione firmata da Bartlett Sher per il Festival di Salisburgo del 2008 e modificata poi nel 2011 proprio per  la Scala e oggi proveniente dal Metropolitan di New York. Sebbene opera molto popolare, in Scala purtroppo non ha mai ottenuto molto successo, tanto che dal dopoguerra ad oggi le uniche altre recite sono state proprio quelle del 2011 quando per la prima volta è andato in scena questo allestimento. Dan Rigazzi ha ripreso fedelmente la regia del regista americano Sher, che scelse di ambientare l’opera nel Settecento e all’interno di una scenografia fissa che rappresenta una piazza veronese con un grande palazzo il cui loggiato diventa il balcone della famosa scena shakespeariana. Al centro una pedana diventa palcoscenico degli scontri tra Capuleti e Montecchi, nonchè letto d’amore e di morte per i due infelici innamorati. Scenicamente la produzione risulta un po’ statica, perché comunque non sono mai previsti cambi scenici, elemento dato dal fatto che nell’originale produzione di Salisburgo il regista americano aveva sfruttato la naturale e affascinante architettura della Felsenreitenschule per ambientarvi all’interno l’opera. Trasportata alla Scala si perde un po’ di quel fascino, nonostante comunque le scenografie curate da Michael Yeargan siano esteticamente molto belle. Movimenti scenici e interpretazione risultano un po’ sopra le righe, soprattutto nel caso dei due protagonisti, dove tutto a volte risulta un po’ esagerato. Nel complesso risulta uno spettacolo comunque ben curato e piacevole, impreziosito dai magnifici costumi di Catherine Zauber. 

Sul podio del Piermarini debuttava il giovanissimo Lorenzo Viotti (classe 1990) che ha ben diretto i complessi scaligeri grazie ad una direzione attenta nel rapporto tra buca e palcoscenico, estremamente evocativa, quasi cinematografica. I colori e il timbro orchestrale sono ricchi e lo stile perfettamente appropriato alla coinvolgente partitura di Gounod. Il cast radunato era di ottimo livello. Dopo essere stato già protagonista nel 2011, Vittorio Grigolo tornava nei panni di Roméo. Forte di una grande presenza scenica, il tenore aretino risolve bene anche la parte vocale, grazie ad un timbro ammaliante, un registro acuto spavaldo e sfumati molto interessanti per cui gli si perdona un’interpretazione che risulta a volte eccessiva. Al suo fianco c’era Diana Damrau che nelle prime recite aveva purtroppo accusato qualche difficoltà a causa di un raffreddamento. In occasione della recita a cui abbiamo assistito, il soprano tedesco ha offerto una prova in crescendo: dopo un Je veux vivre prudente, la Damrau ha saputo conferire un intenso lirismo alla parte di Giulietta. Ottimi anche i comprimari impegnati per questa produzione, a partire dal Mercutio di Mattia Olivieri, particolarmente bravo nella difficile ballata Mab, la reine des mensonges. Molto ben caratterizzato sia vocalmente che interpretativamente il giovane Stéphano di Marina Viotti (sorella del direttore e anche lei al suo debutto in Scala), così come buona è stata la prova di Nicolas Testè come Frère Laurent e di Sara Mingardo nei panni della nutrice. Completavano il cast l’incisivo Tybalt di Ruzil Gatin, Edwin Fardini nei panni di Paris, Frédéric Caton come Capulet, Paolo Nevi come Benvolio, Jean-Vincent Blot come Duca di Verona e Paul Grant nei panni di Grégorio. 

Caloroso successo per tutti gli interpreti a fine recita con grande entusiasmo per Viotti e per i due protagonisti. Appuntamento alla Scala con il nuovo allestimento de Il Turco in Italia che sarà in scena a partire dal 22 febbraio. 

Davide Marchetti


Teatro alla Scala
Milano | 13 febbraio 2020

Roméo et Juliette
Opera in cinque atti

libretto di Jules Barbier e Michel Carré
musica di Charles Gounod

Capulet | Frédéric Caton
Roméo | Vittorio Grigolo
Frère Laurent | Nicolas Testé
Tybalt | Ruzil Gatin
Paris | Edwin Fardini
Mercutio | Mattia Olivieri
Benvolio | Paolo Nevi
Le Duc de Vérone | Jean-Vincent Blot
Grégorio | Paul Grant
Stéphano | Marina Viotti
Juliette | Diana Damrau
Gertrude | Sara Mingardo

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala

direttore | Lorenzo Viotti
maestro del coro | Bruno Casoni
regia | Bartlett Sher
ripresa da Dan Rigazzi
sceme | Michael Yeargan
costumi | Catherine Zuber
luci | Jennifer Tipton
maestro d’armi | H.B. Barry

Produzione The Metropolitan Opera New York

 

www.teatroallascala.org

 

ph. Brescia & Amisano

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *