Al Teatro Carlo Felice di Genova è andato in scena negli scorsi giorni il capolavoro di Francesco Cilea: Adriana Lecouvreur, un debutto per il teatro genovese, il titolo non era infatti mai andato in scena da quando il teatro ha riaperto le sue porte nel 1991. L’ultima apparizione genovese del titolo risaliva infatti al febbraio del 1989 al Teatro Margherita, in una produzione diretta da Daniel Oren.
Per l’occasione è arrivata sul palco del teatro genovese la fortunata produzione dell’As.Li.Co, firmata da Ivan Stefanutti ed andata in scena oltre nei teatri del circuito OperaLombardia anche al Teatro Filarmonico di Verona la scorsa stagione. Stefanutti rilegge la vicenda di Adriana Lecouvreur ambientandola nei primi anni del Novecento e trasformando l’attrice settecentesca in una diva della Belle Epoque come Lyda Borelli, Sarah Bernhardt o Eleonora Duse e cercando di farla recitare come quelle grandi dive. Lo spettacolo risulta molto scorrevole e coinvolgente. Sontuosi i costumi e estremamente fascinose le scenografie stile Liberty curate dallo stesso Stefanutti. Efficaci sono sembrate le luci a cura di Paolo Mazzon che hanno aiutato a ricreare la decadente atmosfera.
Passando alla parte musicale, i complessi genovesi erano guidati da Valerio Galli che ha ben diretto l’opera di Cilea, attento a mettere l’orchestra al servizio dei cantanti sul palcoscenico, riuscendo a far emergere i toni più patetici e passionali della partitura. Molte ovazioni per il direttore toscano al termine della recita, vero vincitore della serata. Tre erano i cast impegnati sul palcoscenico per questa produzione. La recita pomeridiana di sabato 15 febbraio vedeva Amarilli Nizza e Fabio Armiliato nei panni dei due protagonisti. Le due protagoniste femminili Amarilli Nizza (un’Adriana Lecouvreur dall’ottimo fraseggio) e Giuseppina Piunti (la perfida principessa di Bouillon) hanno saputo convincere con le loro performance, sia vocali che interpretative, guadagnandosi i calorosi applausi del pubblico in sala. Meno convincente è invece sembrato il reparto maschile, a partire da Fabio Armiliato (un Maurizio di Sassonia un po’ affaticato), che dobbiamo tuttavia elogiare per l’aver portato a termine la recita, dopo che durante il primo intervallo è stato colpito da un lieve malore; Alberto Mastromarino ha tratteggiato un ritratto veramente malinconico del suo Michonnet in un’interpretazione vocale dall’emissione non sempre ortodossa. Buono anche l’apporto dei comprimari come Federico Benetti (Principe di Bouillon) Didier Pieri (l’abate di Chazeuil), Marta Calcaterra (Mademoiselle Jouvenot), Carlotta Vichi (Mademoiselle Dangeville), John Paul Huckle (Quinault), Blagoj Nacoski (Poisson) e Claudio Isoardi (un maggiordomo). Ottima anche la partecipazione del Coro del Carlo Felice diretto da Francesco Aliberti.
Al termine della recita il pubblico ha accolto con calorosi applausi tutto il cast impegnato, anche se il vincitore della serata è stato senza dubbio il M° Valerio Galli!
Teatro Carlo Felice
Genova | 15 febbraio 2020
Adriana Lecouvreur
Opera in quattro atti
libretto di Arturo Colautti
dall’omonimo dramma di Eugène Scribe ed Ernest Legouvé
musica di Francesco Cilea
Adriana Lecouvreur | Amarilli Nizza
Maurizio di Sassonia | Fabio Armiliato
Principessa di Bouillon | Giuseppina Piunti
Michonnet | Alberto Mastromarino
Principe di Bouillon | Federico Benetti
L’abate di Chazeuil | Didier Pieri
Mademoiselle Jouvenot | Marta Calcaterra
Mademoiselle Dangeville | Carlotta Vichi
Quinault | John Paul Huckle
Poisson | Blagoj Nacoski
Un maggiordomo | Claudio Isoardi
danzatori | Michele Albano; Ottavia Ancetti, Giancarla Malusardi
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice
direttore | Valerio Galli
maestro del coro | Francesco Aliberti
regia, scene e costumi | Ivan Stefanutti
luci | Paolo Mazzon
coreografie | Michele Cosentino
assistente alla regia | Filippo Tadolini
Allestimento As.Li.Co.
ph. Marcello Orselli