A quasi cinque mesi dall’inizio della crisi sanitaria, siamo finalmente potuti tornare all’opera; l’occasione è stata la prima del Don Giovanni di Mozart che ha inaugurato la 56^ edizione del Macerata Opera Festival, fortemente voluto dai suoi organizzatori sin dai giorni dell’emergenza sanitaria durante i quali nessuno riusciva a scorgere la luce in fondo al tunnel. Ci hanno creduto invece Luciano Messi, Barbara Minghetti e Francesco Lanzillotta, rispettivamente sovrintendente, direttrice artistica e direttore musicale dello Sferisterio, e siamo felici per il loro risultato e per aver riportato il teatro musicale in scena, riappropriandosi di uno dei luoghi più suggestivi dell’estate musicale italiana, organizzando un Festival che si svolgerà per quest’anno fino al 9 agosto prossimo.
Sul palco dello Sferisterio è arrivato l’allestimento firmato lo scorso anno da Davide Livermore per il festival de Les Chorégies d’Orange, mentre sul podio dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana era impegnato il direttore musicale del Festival, il maestro Francesco Lanzillotta, alle prese per la prima volta con il capolavoro mozartiano, ma che è stato in grado (nonostante il poco tempo a disposizione per la preparazione, dato che da programma avrebbe dovuto dirigere la nuova produzione della Tosca che è stata rimandata all’edizione 2022 del Festival) di offrire al pubblico una lettura interessante e ricca di sfaccettature. Il successo di questa produzione viene proprio dalla sua direzione, non solo filologicamente informata, proporzionalmente dinamica e notturna, ma anche capace di superare le problematiche legate alla lontananza tra gli orchestrali in buca, riuscendo in condizioni non ottimali a raggiungere un significativo risultato a livello di coesione orchestrale, nonché di rapporto con il palcoscenico.
Il giovane cast impegnato è stato all’altezza, non solo vocalmente, ma anche scenicamente, a cominciare da Mattia Olivieri nei panni del protagonista Don Giovanni. Come ci ha già abituato in altre occasioni, Olivieri colpisce per la precisione vocale, il caldo colore vocale, nonché per la baldanza interpretativa che bene si adattava al complesso personaggio pensato da Davide Livermore. Gli fa da contraltare il Leporello di Tommaso Barea, ben tratteggiato sia a livello vocale che interpretativamente insieme al Don Ottavio di Giovanni Sala, a suo agio nelle difficoltose arie a lui assegnate (ricordiamo che nella versione di Vienna qui eseguita è presente anche l’aria Dalla sua pace). Chiudono il gruppo degli interpreti maschili il convincente Masetto di Davide Giangregorio e il Commendatore di Antonio Di Matteo. Ottimo anche il terzetto femminile, a partire dalla Donna Anna del soprano messicano Karen Gardeazabal dal fraseggio ineccepibile, colorature pulite e acuti splendenti. Non le sono da meno né Valentina Mastrangelo nel ruolo di Donna Elvira, veemente nelle sue invettive contro Don Giovanni e caratterizzata da grande musicalità e ottimo fraseggio, né Lavinia Bini nei panni di una Zerlina grazie ad un’interessante voce ricca di armonici.
Lo spettacolo ideato da Livermore è stato riveduto per l’occasione per adattarsi all’enorme palcoscenico dello Sferisterio e soprattutto alle attuali norme sanitarie. La scena si presenta vuota, colmata soprattutto grazie alle oniriche proiezioni video firmate da D-Wok e all’ottima interpretazione attoriale degli artisti coinvolti. Livermore presenta una lettura della vicenda lontana dai soliti stereotipi e priva delle superfetazioni che il mito di Don Giovanni ha accumulato nei secoli. La messinscena gioca su due dimensioni spazio-temporali che si vanno scontrando e influenzando a vicenda, fino al finale quando con la morte di Don Giovanni finiscono per incrociarsi definitivamente. Tutto parte infatti dalla disfida con il Commendatore: in una specie di duello tra malavitosi chi soccomberà? Il dubbio attanaglia lo spettatore, perché nonostante sembri essere il Commendatore quello ad aver avuto la peggio, un doppio di Don Giovanni rimane in palcoscenico morto provocandogli delle specie di allucinazioni. Stiamo quindi assistendo alla storia di Don Giovanni dopo la morte del Commendatore o come sarebbero andate le cose se Don Giovanni non fosse morto, un percorso onirico nella sua mente in attesa del vero momento finale? Livermore comunque non solo gioca con questi due piani temporali, ma anche con i costumi dei protagonisti che sono di epoche diverse (ad esempio contemporanei per Don Giovanni, Leporello e il Commendatore e settecenteschi per gli altri protagonisti) come a sottolineare la divisione tra manipolatori e manipolati, tra buoni e cattivi, tra personaggi reali e allucinazioni.
Al termine della recita applausi meritati per tutti, in particolare per il direttore Francesco Lanzillotta che ha voluto ringraziare la direzione del Festival per il coraggio di aver confermato l’edizione 2020. Don Giovanni sarà in scena fino all’8 agosto, in attesa poi della 57^ edizione prevista nel 2021 e già annunciata nelle scorse settimane. In programma vedremo Aida di Verdi per i 100 anni dalla prima opera allo Sferisterio, Il barbiere di Siviglia in collaborazione con il Rossini Opera Festival e OperaEuropa e La Traviata in una nuova versione del celebre allestimento “degli specchi” di Henning Brockhaus.
Macerata Opera Festival
Sferisterio | 18 giugno 2020
Don Giovanni
dramma giocoso in due atti
libretto di Lorenzo Da Ponte
musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Don Giovanni | Mattia Olivieri
Donna Anna | Karen Gardeazabal
Don Ottavio | Giovanni Sala
Commendatore | Antonio Di Matteo
Donna Elvira | Valentina Mastrangelo
Leporello | Tommaso Barea
Masetto | Davide Giangregorio
Zerlina | Lavinia Bini
Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”
direttore | Francesco Lanzillotta
maestro del coro | Martino Faggiani
altro maestro del coro | Massimo Fiocchi Malaspina
maestro al fortepiano | Claudia Foresi
regia e scene | Davide Livermore
luci | Antonio Castro
videomaker | D-Wok
assistente alla regia | Giancarlo Judica Cordiglia
assistente costumista | Stéphanie Putegnat
Coproduzione dell’Associazione Arena Sferisterio
con il Festival Les Chorégies d’Orange