Mehta Strauss Scala

Zubin Mehta dirige Strauss alla Scala

La stagione autunnale della Scala prosegue come anticipato nei giorni scorsi con Zubin Mehta e la Filarmonica, che propongono un programma dedicato a Richard Strauss che comprende i Vier letzte Lieder e Ein Heldenleben. Due ottime artiste, Camilla Nylund e Laura Marzadori (la prima soprano, l’altra violinista), catturano l’attenzione degli spettatori e si confermano determinanti nell’esito di un’esecuzione ottimamente riuscita sotto ogni profilo. 

I Lieder occupano la prima parte del concerto: Frühling (Primavera), September (Settembre) e Beim Schlafengehen (Andando a dormire) sono su testo di Hermann Hesse, l’ultimo – Im Abendrot – è di Joseph Eichendorff. A legare i quattro testi è la presenza latente della morte, che spinge a godere il più possibile della bellezza delle cose circostanti. Il momento più commovente è nel corso del terzo Lied quando il violino solo anticipa la linea melodica dell’ultima strofa, fondendosi con la voce del soprano in modo sublime. Camilla Nylund ha una voce importante a dispetto di un timbro che non la rende riconoscibile di primo acchito. La tecnica è solida e le consente, da quindici anni ormai, di affrontare con esiti encomiabili ruoli da soprano drammatico acuto (per usare un’accezione artificiosa quanto cara agli straussiani). Il tedesco ineccepibile, la capacità di piegare la voce alle esigenze espressive e il lavoro compiuto sul fraseggio la mettono nelle condizioni di “dire la sua” con autorevolezza rispetto alle colleghe che si cimentano nello stesso ciclo oggigiorno.  

Venendo alla seconda parte della serata (Ein Heldenleben), si tenga presente che fino a Salome (1905) l’attività dello Strauss compositore era stata prettamente dedicata (e con esiti sorprendenti) alla musica a programma: che traeva spunto da elementi o fattori esterni alla musica. La tecnica compositiva, caratterizzata dalla “sovrapposizione di più parti strumentali concepite con la finezza dell’intaglio cameristico”, era stata volta a incarnare un linguaggio musicale sempre più pregnante dal punto di vista psicologico. Così, col nuovo secolo, Strauss dedicò tutto sé stesso al teatro in musica. Ciò premesso, il poema sinfonico Ein Heldenleben (Una vita d’eroe), nel quale ex post emersero anche elementi facilmente “identificabili come autobiografici”, è una composizione di irresistibile bellezza cui Zubin Mehta non è affatto nuovo. Il maestro predilige soluzioni agogiche distese e ricerca un suono delicato che la Filarmonica – in gran spolvero – riesce a rendere con unità di intenti. Ineccepibile anche in questo caso è Laura Marzadori, violino solista, i cui interventi ci piace pensare caratterizzino la signora Strauss, l’ex soprano Pauline De Ana, della quale la letteratura ci tramanda ritratti irriverenti.   

Martedì 6 ottobre sarà la volta della prima delle cinque recite concertanti di Aida, diretta da Riccardo Chailly. Il ruolo del titolo sarà affidato a Saioa Hernandez, Radames sarà Francesco Meli, Anita Rachvelishvili sarà Amneris e Amartuvshin Enkhbat vestirà i panni di Amonasro, in sostituzione dell’indisposto Luca Salsi.


Teatro alla Scala
Milano | 1 ottobre 2020

Richard Strauss
– Vier letzte Lieder
– Ein Heldenleben

Filarmonica della Scala
direttore | Zubin Mehta
soprano | Camilla Nylund
violino solista | Laura Marzadori

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