Cronache dal Donizetti Opera 2020 di Bergamo

Dopo mesi di incertezze e in un periodo difficile per tutto il settore culturale, messo a dura prova dall’emergenza Coronavirus, il Festival Donizetti Opera 2020 ha vinto la sfida, riuscendo a mettere in scena tre produzioni liriche in tre serate consecutive, proponendole al pubblico in streaming tramite la Donizetti WebTV, nata appositamente per ospitare lo streaming delle tre opere, nonché molti contenuti aggiuntivi che hanno permesso al pubblico a casa di approfondire e di divertirsi (amatissima a riguardo la rubrica Citofonare Gaetano con Diego Passoni, Cristina Bugatty, Francesco Micheli e Alberto Mattioli che hanno commentato minuto per minuto le tre partiture). 

Il Festival si è aperto con un’opera poco nota, ma molto attesa: Marino Faliero, partitura fondamentale per la carriera di Donizetti che proprio con quest’opera debuttava nel 1835 per la prima volta in un teatro estero, al Théâtre des Italiens di Parigi, diretto (nell’ombra) in quegli anni da Gioachino Rossini. A Bergamo a mettere in scena quest’opera divisa tra politica e passione amorosa è stato scelto il duo registico Ricci/Forte, di recente nominati direttori artistici alla Biennale Teatro. La sfida era sicuramente riuscire a mettere in scena l’opera nel pieno rispetto delle regole anti-Covid-19 che di molto limitano le possibilità sceniche normalmente previste. La sfida è stata vinta spostando innanzitutto l’azione dal palcoscenico alla platea, posizionando il coro in fondo al palcoscenico e occupando lo spazio a disposizione con una grande impalcatura di tubi metallici (la scenografia era firmata da Marco Rossi) che vanno a formare un saliscendi di scale e passerelle molto suggestivo e che, anche grazie agli effetti di luce di Alessandro Carletti, bene riescono a ricreare il buio e misterioso reticolo di calli e canali in cui la vicenda si svolge, una Venezia cupa e malfamata. A rincorrersi su questo saliscendi, ma senza mai trovarsi davvero, stanno i protagonisti principali della vicenda, personaggi specchio della condizione della nostra società, incapaci di prendersi le proprie responsabilità e di guardare realmente al futuro, ancorati nel passato e manipolati dalle apparenze. Assieme a loro sul saliscendi metallico, un gruppo di mimi enfatizza l’azione (le coreografie sono di Marta Bevilacqua), rendendola ancora più simbolica e pregnante. Alla prima parigina Marino Faliero poteva contare su uno dei migliori cast all’epoca disponibili, tra cui Giovan Battista Rubini, il celebre tenore per cui Donizetti scrisse l’impossibile parte di Fernando. A Bergamo nei panni di Marino Faliero abbiamo trovato Michele Pertusi, l’unico che aveva già avuto occasione di cantare quest’opera nel passato. Riprende in questa occasione il ruolo in un’impeccabile forma vocale, con fraseggio pregnante e intensa interpretazione. Molto convincente anche Francesca Dotto che grazie ad una tecnica solida ha saputo far fronte alle virtuosità della parte, abbinando una prova scenica appassionata e perfettamente in linea con l’idea registica. Buona anche la prova del baritono Bogdan Baciu come Israele Bertucci, mentre Fernando era Michele Angelini, trovatosi a sostituire l’inizialmente previsto Javier Camarena in uno dei ruoli tenorili più temibili scritti da Donizetti. Considerata un’annunciata indisposizione, Angelini ha cercato di arrivare al termine della recita, affrontando non poche difficoltà e mostrando anche a livello interpretativo una certa e comprensibile preoccupazione. Pienamente in parte anche i numerosi comprimari coinvolti. Alle testa dell’orchestra Donizetti Opera c’era il Maestro Riccardo Frizza, stranamente posizionato al centro tra i fiati e il coro da un lato e il resto dell’orchestra dall’altro. Il direttore musicale del Festival riesce ad offrire una lettura a tinte fosche e a conferire un’opportuna tensione drammatica nei momenti di maggior intensità, senza dimenticare mai di sostenere i cantanti, in una condizione non propriamente agevole. Ottima anche la prova del Coro Donizetti Opera diretto da Fabio Tartari. 

Donizetti Opera 2020 | Marino Faliero
Donizetti Opera 2020 | Marino Faliero

L’orchestra e il coro Donizetti Opera diretti da Riccardo Frizza sono stati protagonisti anche della seconda serata del Festival che ha previsto l’esecuzione in forma di concerto di un’altra opera poco conosciuta di Gaetano Donizetti, Belisario, composta a distanza di meno di un anno da Marino Faliero (senza dimenticare però che in mezzo stanno Lucia di Lammermoor e Maria Stuarda). Con questa opera Donizetti approfondisce una storia della classicità, già nota ed esplorata in quel tempo. Nonostante non sia una delle opere donizettiane più innovative, non mancano in realtà notevoli motivi di interesse che rendono quindi questa riproposizione davvero interessante e che si spera porti la partitura ad essere presente più spesso nei cartelloni operistici. L’esecuzione avrebbe dovuto inaugurare il Festival 2020 ospitando per la prima volta Placido Domingo a Bergamo proprio nei panni del Belisario. Per motivi di salute, Domingo non ha potuto essere presente, ma la sua mancanza non si è però fatta sentire grazie a Roberto Frontali che lo ha sostituito con pochissimo preavviso. Il baritono romano ha offerto un’ottima prova, incarnando il condottiero con nobiltà d’accenti e squisita voce lirica, ma soprattutto riuscendo ad offrire un ritratto del padre afflitto, una parte che non può che farci comprendere quanta innovazione ci sia in questa partitura. Al suo fianco stava la battagliera Carmela Remigio nella parte di Antonina, moglie di Belisario, ottima nella resa drammaturgica di questo ruolo, grazie al suo fraseggio impeccabile e pulizia vocale. Annalisa Stroppa ben interpretava la languente figlia Irene e l’ha fatto con precisione grazie alla suadente voce brunita, ma limpida. Il ruolo di Alamiro/Alessi era invece affidato alla squillante voce tenorile di Celso Albelo che non ha mancato di confermare la sua bravura in questo repertorio e la sua solidità vocale. Ben completava l’ottimo quintetto dei protagonisti il baritono Simon Lim nel ruolo di Giustiniano. Come già detto, tornava sul podio Riccardo Frizza che ha saputo mantenere alta la tensione drammatica di questa partitura, sottolineandone gli aspetti più psicologici, senza indugiare troppo nell’aspetto marziale, comunque presente all’interno dell’opera. 

 

Donizetti Opera 2020 | Belisario
Donizetti Opera 2020 | Belisario

La terza giornata del Festival ha visto invece protagonista l’opera del progetto #Donizetti200 che prevede la messincena di un’opera donizettiana che nell’anno in corso “compie” 200 anni. Quella del 2020 è stata Le nozze in villa, terza opera del catalogo donizettiano praticamente uscita subito dal repertorio dopo poche rappresentazioni e, di conseguenza, oggi sconosciuta. A questo proposito, non esiste neppure la partitura autografa che quindi è stata riscostruita per l’occasione da Edoardo Cavalli e Maria Chiara Bertieri. Da questa partitura mancava però del tutto la musica per il quintetto del secondo atto che il Festival ha chiesto a Elio, Rocco Tanica e Enrico Melozzi di comporre appositamente. Inizialmente prevista al Teatro Sociale, anche in questo caso la rappresentazione si è svolta nella platea del restaurato Teatro Donizetti, trasformata dal regista Davide Marranchelli in una villa per matrimoni (le scene erano di Anna Bonomelli), un “matrimonificio” dove si celebrano nozze sfarzose e decisamente kitsch. La protagonista Sabina è così la fotografa di queste innumerevoli nozze, mentre il padre il sindaco del villaggio che celebra gli sposalizi. La vicenda è resa in maniera davvero divertente e tutto lo spettacolo scorre velocemente, senza dimenticare di farci sorridere ricordando i personaggi che popolano certi celebri docu-reality televisivi. Sgargianti al punto giusto i bei costumi di Linda Riccardi, mentre le luci erano curate da Alessandro Carletti. Il Maestro Stefano Montanari dirigeva con giusto piglio l’Orchestra Gli Originali che imbraccia strumenti antichi nel tentativo di dare un senso di autenticità a questa prima ripresa in tempi moderni. Ottima l’interpretazione a tutto tondo della protagonista Gaia Petrone nei panni di Sabina, affiancata dal Claudio di Giorgio Misseri che ha offerto una prova in crescendo durante tutta la rappresentazione. Buona anche la prova dei due baritoni buffi, Omar Montanari e Fabio Capitanucci, senza dimenticare la splendida nonna Anastasia interpretata da Manuela Custer. 

Donizetti Opera 2020 | Le nozze in villa
Donizetti Opera 2020 | Le nozze in villa

Tanta l’emozione per queste tre rappresentazioni in streaming sulla Donizetti WebTV: sia per gli spettatori, ma soprattutto per gli artisti, visibilmente commossi alla fine delle rispettive tre serate e forse straniti dal silenzio di un teatro che li ha accolti senza applausi. L’emozione però era anche presente da parte di noi spettatori nelle nostre case, perché comunque queste tre serate ci hanno tenuto compagnia e hanno sicuramente aumentato la voglia di ritornare a vivere il teatro dal vivo: a far sentire gli applausi, a commentare con gli altri spettatori, seguendo riti che a coloro che sono appassionati mancano ogni giorno. 

Le sorprese per gli abbonati della Donizetti WebTV però non sono finite, a cominciare da un appuntamento appena annunciato: domani infatti alle ore 20.00 sarà possibile visionare per 24 ore l’opera L’ange de Nisida andata in scena nel cantiere del Donizetti nella scorsa edizione del Festival. Inoltre si attendono ulteriori sorprese in vista del dies natalis di Gaetano Donizetti il 29 novembre. 


Donizetti Opera 2020
Teatro Donizetti
Bergamo | 20 -22 Novembre 2020

Marino Faliero  di Gaetano Donizetti
azione tragica in tre atti

Belisario di Gaetano Donizetti
tragedia lirica in tre parti

Le nozze in villa di Gaetano Donizetti
dramma buffo in due atti

 

donizetti.org

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