I Musei Capitolini di Roma, dopo numerosi rinvii a causa della pandemia, stanno ospitando in questi mesi nei rinnovati spazi espositivi di Villa Caffarelli una straordinaria e attesissima mostra curata da Salvatore Settis e da Carlo Gasparri che ha riportato alla luce una ricca selezione (circa una novantina) di capolavori provenienti dalla leggendaria collezione dei principi Torlonia, la più importante collezione privata al mondo di statuaria antica. La mostra è stata recentemente prorogata fino al 9 gennaio prossimo, per dare la possibilità al maggior numero possibile di visitatori di scoprire lo splendore dei marmi della Collezione Torlonia, esposti per la prima volta al pubblico dopo quasi mezzo secolo di oblio.
Attraverso cinque sezioni (più un epilogo) viene presentata in mostra una significativa selezione dei marmi dell’antico Museo Torlonia, che aprì a partire dalla metà dell’Ottocento negli spazi del palazzo di via della Lungara, ogni sezione è dedicata ad una precisa tappa del percorso storico della collezione, in una sorta di viaggio a ritroso nel tempo che si apre dall’ultimo grande momento della collezione (l’apertura del Museo Torlonia) fino ad arrivare alla nascita della Collezione Torlonia grazie alle prime acquisizioni volute dalla famiglia. L’esposizione si apre con una strepitosa parata di ritratti tra cui spiccano tre dei più celebri marmi della collezione: la cosiddetta Fanciulla di Vulci, il Ritratto maschile detto Eutidemo di Battriana e il Vecchio di Orticoli. I ritratti di questa prima sala dialogano con l’unico bronzo presente in mostra: la straordinaria statua di Germanico. Il percorso della mostra prosegue costellato da assoluti capolavori che in pochi fino ad oggi avevano avuto il privilegio di vedere dal vivo, come il bassorilievo del Portus Augusti (che mantiene ancora oggi alcune tracce policrome), il sarcofago con le Fatiche di Ercole, la cosiddetta Hestia Giustiniani, la statua di caprone (la cui testa viene comunemente attribuita alla mano del Bernini), lo strepitoso Sarcofago strigilato con leoni e per concludere la cosiddetta Atena Giustiniani. La mostra si conclude idealmente all’interno dell’esedra di Marco Aurelio dei Musei Capitolini dove sono stati riuniti per l’occasione tutti i bronzi originali della donazione di Sisto IV permettendo così ai visitatori di confrontare i nuclei fondativi di due delle più importanti collezione di antichità che sono state rese patrimonio di tutti.
L’allestimento della mostra è stato curato da David Chipperfield che ha pensato ad una sistemazione delle sale che in qualche modo potesse ridare ai visitatori la sensazione di aggirarsi all’interno di un prezioso deposito museale (vagamente ispirato dalle antiche fotografie del Museo Torlonia). Da questo punto di vista il contingentamento degli ingressi imposto dal perdurare della pandemia è una fortuna visto che permette ai visitatori di muoversi all’interno delle anguste sale di Villa Caffarelli (queste sono il vero punto debole della mostra) con più libertà.
La mostra è accompagnata da un prezioso volume edito da Electa curato sempre da Settis e Gasparri, che approfondisce la genesi e lo sviluppo della collezione e analizza attentamente i singoli pezzi esposti, trasformandosi in uno strumento essenziale per lo studio della Collezione Torlonia.
Se siete a Roma non perdete l’occasione di scoprire lo splendore dei marmi della Collezione Torlonia.
Musei Capitolini
Villa Caffarelli
Roma | fino al 9 gennaio 2022
I Marmi Torlonia.
Collezionare Capolavori
a cura di Salvatore Settis e Carlo Gasparri
allestimento a cura di David Chipperfield
organizzazione e catalogo Electa Editore
#torloniamarbles