Nell’ambito della rassegna “L’estate del Bibiena” con la quale il Teatro Comunale di Bologna è riuscito a riportare finalmente il pubblico in sala, dal 29 giugno al 12 agosto è riuscita a tornare finalmente sul palco bolognese la splendida produzione de La Bohème di Puccini firmata dal compianto Graham Vick e vincitrice del Premio Abbiati nel 2019.
La ripresa de La Bohème inizialmente prevista per il dicembre scorso in chiusura della stagione lirica 2020 è stata l’evento dell’estate musicale bolognese con biglietti a prezzi popolari che hanno dato l’occasione ad un vasto ed eterogeneo pubblico di poter apprezzare questa emozionante versione del capolavoro di Puccini. Dello spettacolo di Graham Vick molto si è già scritto e detto, ma nonostante quanto si possa aver letto o sentito risulta impossibile restare indifferenti a questa messinscena. Il regista inglese trasporta l’azione dei quattro giovani amici ai giorni nostri, nelle difficoltà quotidiane di trentenni alle prese tra sogni e successive tremende disillusioni. Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline vivono in un semplice appartamentino, il disordine regna sovrano, i panni sono stesi ovunque a far asciugare e ci sono difficoltà ad arrivare alla fine del mese, ma il clima inizialmente è comunque positivo: è Natale, si scherza insieme, ci sono i festeggiamenti al Quartiere Latino e per Rodolfo c’è anche un nuovo amore da vivere, mentre Marcello si arrovella dietro a Musetta. Dal terzo atto arrivano però le disillusioni: le difficoltà di guadagnare quanto serve per vivere, i litigi tra Mimì e Rodolfo che solo apparentemente sembrano essere di natura amorosa, ma che in realtà dimostrano il fardello della malattia della giovane. L’appartamento nel quarto atto si è svuotato, risulta squallido e senza anima, così come la vita dei giovani, totalmente priva ormai di prospettive. Alla morte di Mimì, i quattro giovani si dimostrano spaventati da quanto è accaduto e scappano via, lasciano la giovane lì sola. Sembra quasi di non aver mai visto per davvero La Bohème pucciniana, tanto lo sguardo di Vick ci fa penetrare dentro ogni singolo verso, ogni singola nota, ogni singola emozione e lo fa facendoci immedesimare appieno dentro le vite dei protagonisti, rispecchiando la felicità, le spensieratezze, così come le sofferenze e le disillusioni del crescere. Forse ancora di più dopo questi anni difficili di pandemia, questo spettacolo centra il punto lasciandoci commossi ed emozionati. La regia di Graham Vick era accompagnata dalle scene e dai costumi essenziali, ma estremamente efficaci di Richard Hudson insieme alle luci di Giuseppe Di Iorio.
Per queste recite estive si sono alternati due cast di giovani cantanti che quindi riuscivano alla perfezione ad impersonare i personaggi dell’opera. Ottima la prova del primo cast da noi ascoltato, a cominciare dal tenore Francesco Castoro capace di offrire al ruolo di Rodolfo voce adamantina e ben proiettata con pianissimi emozionanti e prova interpretativa davvero eccellente. Al suo fianco la giovanissima Benedetta Torre nei panni di Mimì da noi già ascoltata in questo ruolo al Municipale di Piacenza nel 2016. Cinque anni dopo quella prova, il soprano genovese è cresciuto, fraseggia con estremo gusto, la voce è lirica e ben corposa nei centri senza problemi però a salire al registro acuto. Accanto alla coppia principale c’erano Andrea Vincenzo Bonsignore nei panni di Marcello e Valentina Mastrangelo come Musetta. Andrea Vincenzo Bonsignore aveva già partecipato alla produzione originale nel 2018 nei panni di Schaunard. Lo ritroviamo ora nei panni di Marcello, capace di un’ottima interpretazione, molto fisica e volitiva, e con voce ben proiettata e dagli interessanti chiaroscuri. La Musetta di Valentina Mastrangelo è giustamente aggressiva ed energica, precisa dal punto di vista vocale sfoggiando una bella voce lirica lontana forse dall’immaginario del soprano leggero a cui solitamente si affida il ruolo. Bene anche i due amici che completano la bella compagnia: il basso Francesco Leone ben a suo agio nei panni di Colline e perfetto nel ruolo del giovane filosofo, così come Paolo Ingrasciotta come affabile e apprensivo Schaunard. Da segnalare anche il divertente Bruno Lazzaretti nei doppi panni di Benoît e Alcindoro.
Alla testa dell’Orchestra del Comunale di Bologna ritornata in buca al Bibiena dopo tanti mesi di assenza c’era Francesco Ivan Ciampa che propone una Bohème spensierata e leggera nei primi atti, ma che vira verso colori estremamente drammatici negli ultimi due. Ciampa riesce a creare un ottimo rapporto tra buca e palcoscenico, sostenendo ottimamente i cantanti e creando un’interessante trama sonora capace di emozionare lo spettatore. Ottimo anche l’apporto del Comunale di Bologna preparato per l’ultima volta da Alberto Malazzi (da settembre ricordiamo che prenderà il posto di Bruno Casoni alla testa del Coro del Teatro alla Scala).
Grande successo al termine della recita in una serata estiva che ha regalato tante emozioni, in attesa degli appuntamenti autunnali previsti al Comunale: Il barbiere di Siviglia, Adriana Lecouvreur e La Cenerentola.
Teatro Comunale
Bologna | 6 agosto 2021
La Bohème
opera in quattro quadri
musica di Giacomo Puccini
libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Rodolfo | Francesco Castoro
Marcello | Andrea Vincenzo Bonsignore
Schaunard | Paolo Ingrasciotta
Colline | Francesco Leone
Benoit/Alcindoro | Bruno Lazzaretti
Mimì | Benedetta Torre
Musetta | Valentina Mastrangelo
Parpignol | Ugo Rosati
Un venditore | Enrico Picinni Leopardi
Un doganiere | Sandro Pucci
Un sergente dei doganieri | Raffaele Costantini
Orchestra, Coro, Coro di voci bianche e tecnici
Tdel Teatro Comunale di Bologna
direttore | Francesco Ivan Ciampa
maestro del coro | Alberto Malazzi
maestro del Coro di voci bianche | Alhambra Superchi
regia | Graham Vick
scene e costumi | Richard Hudson
luci | Giuseppe Di Iorio
Assistente alla regia | Daniele Menghini
Assistente ai costumi | Stefania Scaraggi
ph. ©AndreaRanzi (Casaluci-Ranzi)