Lo scorso 5 ottobre sul palco del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino è andata in scena l’ultima recita prevista della nuova produzione de La Traviata di Verdi diretta dal maestro Zubin Mehta per la regia di Davide Livermore, che dopo il Rigoletto in streaming dello scorso anno (tornerà dal vivo in scena nei prossimi giorni) prosegue quindi con il progetto per il Maggio dedicato alla Trilogia Popolare di Verdi, che si concluderà nel 2022 con una nuova produzione de Il Trovatore.
Partiamo da quello che la sera del 5 ottobre non c’è stato, ossia l’orchestra. Serpeggiava nell’aria da qualche tempo e solo nel primo pomeriggio la notizia è stata ufficializzata, l’Orchestra del Maggio, in stato di agitazione da qualche giorno, non avrebbe suonato. Mentre si preannunciava la cancellazione, il teatro ha annunciato che lo spettacolo sarebbe andato in scena con il solo accompagnamento al pianoforte del maestro Andrea Severi, l’unico a scendere in buca accanto a Zubin Mehta salvando così la serata che si è conclusa con un vero e proprio trionfo.
Sul palco ha spiccato su tutti la Violetta di Nadine Sierra (al debutto nel ruolo) capace con la sua interpretazione di stregare il pubblico fiorentino. Il soprano americano grazie alla sua bella e rotonda voce lirica ha saputo superare con agilità tutte le difficoltà del ruolo, grazie anche ad un buon fraseggio e ad una padronanza eccellente dell’italiano. Francesco Meli si conferma come sempre uno dei migliori interpreti verdiani dei nostri giorni portando in scena una versione più matura e completa del suo Alfredo. Per quest’ultima recita Giorgio Germont era interpretato dal grande Placido Domingo, che seppur affaticato riesce a farsi perdonare dal pubblico qualche imprecisione, grazie alla sua sempre affascinante voce e alla imponente presenza scenica.
Di buon livello anche i comprimari a partire dalla estrosa Flora di Caterina Piva passando dai convincenti Luca Bernard (Gastone) e Francesco Samuele Venuti (il Barone Douphol); infine ottima anche la prova del Coro del Maggio guidato da Lorenzo Fratini.
Passando alla regia, lo spettacolo ideato da Davide Livermore è liberamente (e dichiaratamente) ispirato a film come Belle de Jour di Luis Buñuel del 1967 e Blow-up di Michelangelo Antonioni del 1966 ed è ambientato in una Parigi sessantottina, tra case di tolleranza, feste psichedeliche e una “comune” d’artisti. Come in altre recenti regie di Livermore (basti ricordare Elisabetta regina d’Inghilterra del ROF di quest’estate) lo spettacolo è sontuoso, dettagliato e ricco di richiami e citazioni culturali e cinematografiche che riescono facilmente ad ammaliare il pubblico in sala. Tuttavia questo grandioso apparato serve solo da contorno e non arriva a dare alcuna chiave di lettura nuova alla vicenda di Violetta e Alfredo. Splendide le scene pensate da Giò Forma che prendono il sopravvento sugli ormai tradizionali video di D-Wok che in questa occasione hanno avuto un minor utilizzo.
Nel complesso l’ultima recita della Traviata del Maggio è stata, contro ogni pronostico, un grande successo per tutti gli artisti, con vere e proprie ovazioni per Nadine Sierra, per il maestro Mehta e soprattutto per “il salvatore della patria” Andrea Severi.
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Firenze | 5 ottobre 2021
La Traviata
melodramma in tre atti di Francesco Maria Piave
musica di Giuseppe Verdi
Violetta | Nadine Sierra
Alfredo | Francesco Meli
Giorgio Germont | Plácido Domingo
Flora Bervoix | Caterina Piva
Annina | Caterina Meldolesi
Gastone | Luca Bernard
Il Barone Douphol | Francesco Samuele Venuti
Il Marchese d’Obigny | Emanuele Cordaro
Giuseppe | Alfio Vacanti
un domestico | Egidio Massimo Naccarato
Un commissario | Giovanni Mazzei
Coro del Maggio Musicale Fiorentino
direttore | Zubin Mehta
piano | Andrea Severi
maestro del coro | Lorenzo Fratini
regia | Davide Livermore
scene | Giò Forma
costumi | Mariana Fracasso
luci | Antonio Castro
video | D-wok
ph. © Michele Monasta-Maggio Musicale Fiorentino