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Il Werther di Massenet a Reggio Emilia

Uscire da teatro emotivamente sconvolto: fatto! Werther non è un’opera per cuori deboli. Massenet con la sua musica coinvolgente e romantica ci accompagna attraverso i quattro atti in un crescendo di sentimenti e di tensione, che sfocia nel drammatico epilogo.

Lo spettacolo a cui abbiamo assistito domenica 12 dicembre è stato particolarmente coinvolgente non solo per l’ottimo suono dell’orchestra Filarmonica dell’Opera Italiana Bruno Bartoletti, ma anche per la regia evocativa ed efficace e per lo splendido cast di cantanti che hanno dato voce ai personaggi di Goethe.

Protagonista indiscusso della serata, Francesco Demuro nel ruolo di Werther. Una interpretazione travolgente: è raro sentire tenori con una voce di tale solidità, sicurezza ed eleganza. Lo squillo, gli acuti, la grazia nel porgere la voce, tutto contribuisce a tratteggiare il personaggio da Romanticismo puro di giovane amante disperato. Non perde un colpo, e rende giustizia a brani bellissimi come “C’est moi qu’elle pouvait aimer!” e “Pourquoi me réveiller”, interpretati con grande sentimento e giustamente applauditi dal pubblico.

Al suo fianco una spettacolare Sonia Ganassi, interprete di grandissimo calibro, chiamata a sostituire in pochissimo tempo la collega Veronica Simeoni, infortunata. La voce dai centri ricchi e sonori, sempre a fuoco sia nel registro acuto che in quello grave, ci regala dei momenti di grande trasporto, soprattutto nel terzo atto con brani come “Werther… Qui m’aurait dit la place”, “Va! Laisse couler mes larmes” o l’intenso “Seigneur Dieu! Seigneur!”. Nei duetti con Werther le due voci si uniscono meravigliosamente, con risultati da brividi lungo la schiena.

Albert è Guido Dazzini, gran voce dal timbro gradevole, ottima presenza scenica. Notevole la sua aria “Quelle prière de reconnaissance”, eseguita con sentimento. Molto bene il borgomastro di Alberto Comes (sentito recentemente nel Barbiere di Siviglia del Circuito Lombardo), disinvolto in scena e vocalmente convincente. Eccellente la Sophie di Maria Rita Combattelli, voce squillante dal bel timbro, molto apprezzata nella sua aria del secondo atto “Du gai soleil pleine de flamme”. Buona accoppiata vocale per Schmidt (Nicola di Filippo) e Johann (Filippo Rotondo), le cui voci ben si amalgamano. Completano il cast Andrea Gervasoni (Bruhlmann) e Luisa Bertoli (Katchen).

Molto buona la direzione del Maestro Francesco Pasqualetti, che ottiene dall’orchestra una prova molto coinvolgente, dove persino le pause sono cariche di significati. Bravi anche i giovani interpreti del coro di voci bianche, preparati da Costanza Gallo.

La regia di Stefano Vizioli (assistente Pierluigi Vanelli) è semplice ma molto curata. L’opera si apre con una Charlotte anziana e in sedia a rotelle che ripensa a tutta la vicenda di Werther, introducendola come se ne fosse la narratrice, e si chiude nel quarto atto con un ritorno quasi ciclico alla stessa visione, con l’anziana Charlotte che rivive il suicidio di Werther. Il salto temporale tra le età di Charlotte ricorda un po’ il film Titanic: il giovane Werther e tutti gli altri personaggi vivono oggi solo nella sua memoria.

La regia è supportata dall’ottima scenografia di Emanuele Sinisi (con la collaborazione di Eleonora De Leo), che rappresenta in modo semplice le varie ambientazioni, e ci sorprendente con la meravigliosa transizione tra primo e secondo atto, dove la casa del borgomastro lascia il posto a un cielo incredibilmente blu, arricchito poi dalle bellissime immagini della Luna. Eccellente anche il lavoro sulle luci e le proiezioni (Vincenzo Raponi e Creative Studio), luci spesso dai colori freddi e che arrivano di taglio, proiettando ombre nette, con un effetto molto evocativo e inquietante, che fa presagire un finale tragico fin dal primo atto. Interessante anche l’idea di proiettare alcuni versi delle lettere di Werther mentre vengono cantati da Charlotte. Belli e appropriati i costumi ottocenteschi di Anna Maria Heinreich.

Tanti applausi per tutto il cast a fine spettacolo, da un pubblico non numerosissimo ma molto caloroso.

Roberto Cighetti


Teatro Municipale Romolo Valli
Reggio Emilia | 12 dicembre 2021

Werther
musica di Jules Massenet
Drame lyrique in quattro atti su libretto di Édouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann
da I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang von Goethe

Werther | Francesco Demuro
Le Bailli | Alberto Comes
Charlotte | Sonia Ganassi
Albert | Guido Dazzini
Schmidt | Nicola di Filippo
Johann | Filippo Rotondo
Sophie | Maria Rita Combattelli
Bruhlmann | Andrea Gervasoni
Katchen | Luisa Bertoli

Filarmonica dell’Opera Italiana Bruno Bartoletti
Solisti della Scuola voci bianche della Fondazione Teatro Comunale di Modena
Coro di voci bianche della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia

direttore | Francesco Pasqualetti
maestro preparatore | Paolo Gattolin
maestro del coro | Costanza Gallo
Regia | Stefano Vizioli
Scene | Emanuele Sinisi
Costumi | Anna Maria Heinreich
Luci | Vincenzo Raponi
Visual Imaginarium | Creative Studio
Assistente alla regia | Pierluigi Vanelli
Scenografo collaboratore | Eleonora De Leo

 

ph. Alessia Santombrogio

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