Tosca TCBO; Teatro Comunale Bologna

La Tosca di Puccini ha aperto la stagione 2022 del Comunale di Bologna

La serata inaugurale della stagione del Teatro Comunale di Bologna, domenica 29 gennaio, ha visto la presenza di un parterre de rois, tra personaggi politici e famiglie bolognesi in vista. C’è stato chi ha colto l’occasione per sfoggiare abiti stravaganti, rilucenti di paillettes, e farsi ricoprire di flash davanti ai drappeggi di edera e velluti preparati come set fotografico. Il silenzio in sala era carico di attese per la rappresentazione di questa Tosca, opera molto nota e molto amata dal pubblico. Il cast era molto promettente, con nomi di grande fama quali il baritono Erwin Schrott.

Dal punto di vista vocale la serata è stata molto soddisfacente, ma le sorprese sono arrivate soprattutto da quei ruoli dai quali si avevano meno aspettative. Notevoli, per esempio, le voci di Christian Barone (Angelotti), con una bella voce dal timbro brunito e dai gravi piacevoli, e di Nicolò Ceriani (Sagrestano), che ha reso un’ottima interpretazione, non troppo caricaturale (finalmente!) e non parlata, ma ben cantata (finalmente!) di questo ruolo, e che si è fatto apprezzare per la sua voce dal timbro scuro e dotata di gran volume.

La Tosca di Maria José Siri ha mostrato un bel timbro setoso e vellutato e un buon volume. Molto efficace la resa drammatica negli scambi concitati con Scarpia del secondo atto. I numerosissimi applausi e le richieste di bis per “Vissi d’arte” la convincono a concedere una ripetizione dell’aria, acclamata dal pubblico. Una spettatrice si è espressa al riguardo dicendo, quasi commossa: “Ho sentito quest’aria tante volte, ma mai come stasera”. Ha affrontato con sicurezza e con risultati eccezionali persino la temibile “lama” del terzo atto.

Mario (Roberto Aronica) ci ha offerto una performance in crescendo da un atto all’altro. Affronta bene il primo atto, infatti, anche nelle zone acute della partitura, ma è nel terzo che incanta il teatro. La delicatezza e l’eleganza con cui canta “E lucean le stelle” portano il pubblico a richiedere a gran voce il bis (poi concesso). Molto apprezzata anche l’interpretazione musicalmente ineccepibile e molto romantica di “O dolci mani”.

Lo Scarpia di Erwin Schrott sembra aver seguito, invece, una evoluzione in direzione opposta. Al suo ingresso in scena nel primo atto con “Un tal baccano in chiesa?” la sua presenza e la sua voce riempiono il palco e affascinano il pubblico. La sua voce, da vero basso-baritono, è solida e la sua figura seducente. Però qualcosa inizia a incepparsi, sembra distratto da qualcosa, e nel secondo atto si dimentica il testo in più di un’occasione, incluso uno scambio di battute che perde quindi di significato. La cosa più sorprendente è che passa quasi tutto il secondo atto bevendo acqua, riempiendosi in continuazione il calice dalle caraffe presenti sulla tavola imbandita. Ogni qualvolta non deve cantare, beve. Perfino durante tutto il “Vissi d’arte”. La cosa, che mi è parsa parecchio strana e decisamente troppo esagerata per essere una volontà del regista, mi ha fatto pensare che soffrisse di qualche disturbo alla gola, cosa che potrebbe spiegare anche la minor resa vocale del secondo atto rispetto al primo o la ricerca di note “alternative” e soluzioni musicali più facili in alcuni passaggi.

Buona la prova dei cori (nonostante il posizionamento a fondo palco, dietro un velario, abbia limitato l’efficacia del Te Deum) e i personaggi di Spoletta (Bruno Lazzaretti) e Sciarrone (Tong Liu). L’Orchestra del Teatro Comunale, guidata dal Maestro Daniel Oren, ci ha fatto percepire suoni e accordi mai sentiti così nitidamente in altre recite di Tosca, sottolineando passaggi e colori inusuali. I continui cambi di tempo, però, hanno fatto perdere la coesione tra buca e palco in alcuni punti. I tempi lenti, soprattutto nel terzo atto, mettono alla prova le voci e suonano strani. 

Parlando di regia, c’è da dire che Tosca è un’opera fortunata. Sono pochissime infatti, rispetto al totale delle rappresentazioni, le versioni di Tosca che non siano ambientate nei tempi e nei luoghi voluti dagli autori. Quindi, 9 volte su 10 vedremo Tosca con abiti stile impero che porta fiori in chiesa, che si aggira a Palazzo Farnese e che si sbraccia dagli spalti di Castel Sant’Anglelo. La regia di Hugo de Ana si mantiene in questa visione tradizionale e gradevole agli occhi, e ci offre una Tosca “come si deve”, anche se talora sembra non aver approfondito molto il lavoro sui personaggi e sui movimenti in scena. C’è da dire, però, che le effigi giganti (che sono un po’ la firma stilistica del regista) e le altissime porte che appaiono in scena, ostacolano i movimenti e obbligano i cantanti a muoversi in spazi confinati e scomodi. Ci si chiede quindi perché, su un palco che non ha le dimensioni di un’Arena, portare giganteschi oggetti inutili, costosi e dalla movimentazione macchinosa, che ingombrano la scena rendono i movimenti innaturali. Nel taglio tradizionale che è stato dato a questa Tosca, stonano un po’ le azioni nel secondo atto, che appaiono sgraziate e non adatte al contesto storico e sociale rappresentato: Tosca che si dimena come un’anguilla, Scarpia che addirittura fa per sbottonarsi i pantaloni. È mancata, insomma, l’eleganza e la nobilità (anche solo simulata) che contraddistingue gli scambi tra i protagonisti del secondo atto.

Numerosissimi gli applausi a fine recita, con tutti i cantanti che escono sul proscenio a prendersi i meritati tributi per una prima davvero ben riuscita, specialmente dal punto di vista vocale.

Roberto Cighetti


Teatro Comunale
Bologna | 29 gennaio 2022

Tosca
opera lirica in tre atti
libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
musica di Giacomo Puccini

Floria Tosca | Maria José Siri
Mario Cavaradossi | Roberto Aronica
Barone Scarpiamo | Erwin Schrott
Cesare Angelotti | Christian Barone
Il sagrestano | Nicolò Ceriani
Spoletta | Bruno Lazzaretti
Sciarrone | Tong Liu

Orchestra, Coro, Coro di voci bianche e tecnici
del Teatro Comunale di Bologna

direttore | Daniel Oren
maestro del coro | Gea Garatti Ansini
regia | Hugo De Ana
assistente alla regia | Angelica Dettori
assistente alle scene | Manuela Gasperoni
assistente alle luci | Valerio Alfieri
maestro del coro di voci bianche | Alhambra Superchi

 

ph. Andrea Ranzi

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