Thais Scala; Teatro alla Scala; Massenet, Lorenze Viotti

La Thaїs di Massenet al Teatro alla Scala

Il Teatro alla Scala di Milano ha messo in scena nel mese di Febbraio una nuova produzione della Thaїs di Jules Massenet, titolo che mancava alla Scala dal lontano 1942 e che è stata eseguita nella versione originale in francese per la prima volta al Piermarini. Nel 1942 infatti era stata proposta nella traduzione italiana con protagonisti tra gli altri Mafalda Favero, Gino Bechi e Giulietta Simionato. 

Per questo “debutto” scaligero sul podio è stato chiamato il giovane direttore svizzero Lorenzo Viotti che torna alla Scala dopo il suo debutto nel 2020 con Roméo et Juliette di Gounod, proseguendo così il suo personale percorso alla “riscoperta” del grande repertorio francese. La regia è stata invece affidata al francese Olivier Py  al suo debutto milanese. Lo spettacolo sposta l’azione in una contemporaneità abbastanza vicina a noi e l’antico ordine religioso dei cenobiti è qui trasformato nell’esercito della salvezza mentre il palazzo di Nicias ad Alessandria richiama le ambientazioni di Cabaret e di Moulin Rouge. Le scene firmate da Pierre-André Weitz rivelano un grande sforzo tecnologico da parte del palcoscenico scaligero con numerosi e complessi movimenti del monumentale impianto scenico che tuttavia risulta naïf ed estremamente cupo, in forte contrasto con la musica sublime di Massenet.

Lorenzo Viotti rinnova il suo ottimo sodalizio con l’orchestra scaligera che segue alla perfezione il suo gesto alla ricerca di un suono rotondo ed elegante, con una direzione rigorosa e pulita che però riesce a far vibrare le corde dell’emozione nei momenti più squisitamente decadenti. Di ottimo livello il cast riunito per l’occasione, nonostante gli avvicendamenti avvenuti nei mesi precedenti il debutto. Il ruolo della protagonista è stato affidato a Marina Rebeka che, ancora una volta, convince regalando un’ottima prova vocale, grazie a pianissimi e legati veramente affascinanti e acuti saldi e luminosi, ma anche riuscendo ad affascinare nel passaggio da cortigiana a donna timorata di Dio, una trasformazione che il soprano lettone lascia trasparire con grande fascino. Al suo fianco nei panni di Athanaël abbiamo ascoltato Lucas Meachem, chiamato a sostituire Ludovic Tézier inizialmente previsto. Il baritono americano ha convinto con una prova in crescendo nel corso della recita, grazie soprattutto ad una voce omogenea ed elegante. Molto bene il Nicias istrionico di Giovanni Sala, vocalmente sfavillante. Ottime anche le giovani Caterina Sala e Anna-Doris Capitelli nei panni di Crobyle e Myrtale, così come Nicole Wacker nei panni della Charmeuse, arrivata all’ultimo a sostituire l’indisposta Federica Guida. Completavano il cast l’ottima Albine del mezzosoprano Valentina Pluzhnikova e il tonante Palèmone di Insung Sim. Buono anche l’apporto del coro guidato da Alberto Malazzi.

Applausi scroscianti per tutti e tanta emozione soprattutto per il giovane mezzosoprano ucraino Valentina Pluzhnikova portata alla ribalta dai colleghi avvolta nella bandiera del suo paese. Tutto il pubblico le ha tributato un grande e lungo applauso ricolmo di significato, di sostegno per quanto sta succedendo giorno dopo giorno. Una serata carica di emozioni, anche grazie ad un’opera che speriamo di risentire presto nuovamente sul palcoscenico scaligero.


Teatro alla Scala
Milano | 25 febbraio 2022

Thaїs
Comédie lyrique in tre atti e sette quadri
libretto di Louis Gallet dal romanzo di Anatole France
musica di Jules Massenet

Thaїs | Marina Rebeka
Athanaël | Lucas Meachem
Nicias | Giovanni Sala
Crobyle | Caterina Sala
Myrtale | Anna-Doris Capitelli
Albine | Valentina Pluzhnikova
La Charmeuse | Nicole Wacker
Palèmone | Insung Sim
Un servitore | Jorge Martinez
Cénobytes | Luigi Albani, Renis Hyka, Michele Mauro, Andrea Semeraro, Massimo Pagano, Giorgio Valerio

ballerini solisti | Beatrice Carbone e Gioacchino Starace

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala

direttore | Lorenzo Viotti
maestro del coro | Alberto Malazzi
regia | Olivier Py
scene e costumi | Pierre-André Weitz
luci | Bertrand Killy
coreografia | Ivo Bauchiero

 

ph. Brescia & Amisano

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