Produzione travagliata questa ripresa di Adriana Lecouvreur alla Scala nell’allestimento firmato da David McVicar. In tempi di covid il mestiere del casting manager è tutt’altro che semplice e con la guerra di mezzo le cose non vanno purtroppo meglio. Dopo la defezione di Anna Netrebko, Maria Agresta, già prevista per le prime recite nel ruolo del titolo, si è ritirata dal Devereux al Massimo di Palermo caricandosi l’onere di tutte le recite di Adriana alla Scala. Freddie De Tommaso (previsto come Maurizio) ha potuto sostenere solo la recita del 10 (portata a termine nonostante un calo di pressione di cui è stato vittima nel corso della serata) ed è stato sostituito da Yusif Eyvazov mentre Anita Rachvelishvili (Bouillon) si è ritirata dopo una prima recita sottotono e, invece di essere sostituita dalla prevista Elena Zhidkova (della quale non si è saputo più nulla), ha lasciato il posto a Judit Kutasi. In ultimo, anche Ambrogio Maestri è stato costretto a rinunciare all’ultima recita, il 19, ed è stato sostituito da Alessandro Corbelli che aveva già sostenuto trionfalmente il ruolo di Michonnet nelle prime recite.
Lo spettacolo per la regia di McVicar, di impronta classica, è caratterizzato da grande opulenza. La meravigliosa scena di Charles Edwards occupa gran parte della superficie praticabile della scena e ruota col succedersi degli atti. Le luci di Adam Silverman sono fin troppo tenui anche nel terzo atto (quando non ce ne sarebbe ragione) mentre gli eleganti costumi di Brigitte Reiffenstuel si confermano anche dal vivo uno più bello dell’altro.
La rappresentazione della quale riferiamo è del 16 marzo. Giampaolo Bisanti offre una lettura attenta, carica di slancio e della giusta partecipazione emotiva (soprattutto negli interventi riservati al tenore). Molto bello il quarto atto anche se l’esecuzione risente complessivamente di dinamiche che favoriscono il forte e il fortissimo, spesso a scapito delle voci. Il cast schierato presenta diversi motivi di interesse che aderiscono in modo più o meno compiuto a ciò che è richiesto. La prova più interessante è quella di Judit Kutasi, che dal piccolo ma determinante ruolo della Principessa di Bouillon riesce a cavare davvero il meglio. Dopo aver superato brillantemente l’oasi lirica che apre il secondo atto (<<Acerba voluttà>>) esce egregiamente dal duetto con Adriana (<<Sia! Non risponde>>) dimostrandosi anche abile fraseggiatrice nelle insinuanti provocazioni rivolte alla protagonista nell’atto successivo. Ambrogio Maestri ha una voce torrenziale e, nonostante qualche incertezza nell’intonazione in apertura, si produce in un’ottima esecuzione di <<Ecco il monologo>>, giustamente applaudita. Yusif Eyvazov è un tenore solido la cui voce, dotata di un bello squillo, è però caratterizzata da un insistente vibrato. Cerca di smorzare <<La dolcissima effigie>>, se la cava con disinvoltura sia nei duetti con Bouillon che con Adriana nel secondo e nel quarto atto, supera con qualche incertezza <<L’anima ho stanca>> ma, tirando le somme, il momento che meglio gli riesce è comunque <<Il russo Mencikoff>> nel terzo atto. Maria Agresta è un soprano giustamente molto apprezzato. Ha una bella voce lirica, dizione chiara, fraseggia con gusto e recita con correttezza anche se in questo ruolo non trova, a nostro avviso, al momento la quadra. Vocalmente è impeccabile ma sulla scena ha spesso un fare lezioso che probabilmente levigherà nel caso in cui riprenda il ruolo. Alessandro Spina (Il Principe di Bouillon) e Carlo Bosi (L’abate) sono due comprimari di lusso affiancati da un nutrito stuolo di solisti davvero uno migliore dell’altro.
Applausi calorosi al termine tributati da un pubblico molto motivato e partecipe. Il prossimo titolo in cartellone sarà il Don Giovanni, diretto da Pablo Heras-Casado, nella produzione per la regia di Robert Carsen che aveva inaugurato la stagione 2011/2012. La prima è prevista per il 27 marzo alle 20. Si segnala, inoltre, che per il Concerto per la Pace del 4 aprile sono già disponibili in prevendita anche i centoquaranta ingressi generalmente in vendita due ore prima dell’inizio.
Teatro alla Scala
Milano | 16 marzo 2022
Adriana Lecouvreur
commedia-dramma in quattro atti
libretto di Arturo Collautti da Eugène Scribe ed Ernest-Wilfried Legouvé
musica di Francesco Cilea
Maurizio | Yusif Eyvazov
Il Principe di Bouillon | Alessandro Spina
L’abate di Chazeuil | Carlo Bosi
Michonnet | Ambrogio Maestri
Poisson | Francesco Pittari
Adriana | Maria Agresta
La principessa di Bouillon | Judit Kutasi
Mad.lla Jouvenot | Caterina Sala
Mad.lla Dangeville | Svetlina Stoyanova
Quinault, socio della Comédie | Costantino Finucci
Un maggiordomo | Paolo Nevi
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
direttore | Giampaolo Bisanti
maestro del coro | Alberto Malazzi
regia | David McVicar
ripresa da Justin Way
scene | Charles Edwards
costumi | Brigitte Reiffenstuel
luci | Adam Silverman
coreografia | Andrew George