In scena fino al 20 maggio all’Opernhaus di Zurigo l’Arabella di Richard Strauss diretta da Markus Poschner, nella produzione firmata da Robert Carsen. Si tratta dell’ultima nuova produzione della stagione 2019/2020 montata prima dell’arresto forzato dovuto alla pandemia. Hanna-Elisabeth Müller e Jacquelyn Wagner (il 15 maggio) subentrano alla prevista Anja Harteros.
Dopo essersi distinta per anni come Zdenka, Hanna-Elisabeth Müller, classe 1985, passa al ruolo del titolo e ne esce vittoriosa. La natura lirico-leggera della voce continua, in senso stretto, a caratterizzarla ancora al ruolo della seconda donna ma l’abbinamento con la Zdenka di Anett Fritsch le conferisce autorevolezza a livello di peso vocale. Il legato impeccabile, la dizione chiarissima e il fraseggio curato ne fanno in questo momento un’Arabella di tutto rispetto. Scenicamente è deliziosa, forte di un fisico asciutto e di un portamento sobrio ed elegante. Dal canto suo la Fritsch si impegna lodevolmente producendosi in una prova di tutto rispetto sia vocalmente (anche se il ruolo, un po’ ingrato, è privo di espansioni liriche significative), sia scenicamente nella caratterizzazione maschile del personaggio, che risulta ineccepibile e libera da intenzioni caricaturali. Nell’opera infatti, i Waldner sono genitori di due figlie (Arabella e Zdenka appunto); non potendosi però permettere di garantire alla seconda una dote consona al lignaggio della famiglia, la spacciano per un ragazzo in attesa che la maggiore convoli a nozze, risolvendo buona parte dei guai finanziari in cui versano. Josef Wagner è un Mandryka la cui voce, ben proiettata, è in possesso di un notevole volume. Forte di questa sua dote, tende a sottolinearlo un po’ troppo, giustificandolo forse col carattere dirompente e virile del personaggio. Voler mettere in evidenza le proprie doti non è un reato e, anche se un po’ fuori contesto, trattandosi di un giovane si può comprendere e perdonare. Bravissimi i coniugi Waldner resi rispettivamente da Michael Hauenstein e Judith Schmid. Pavol Breslik è un Matteo corretto anche se un po’ anonimo, mentre ottimi si segnalano i tre conti: Nathan Haller (Elemer), Yannick Debus (Dominik) e Bren Michael Smith (Lamoral). Uno spasso è Irène Friedli (nel ruolo della Kartenaufschlägerin, la ciarlatana che nel leggere le carte vede piuttosto giusto) e bravissima nelle colorature riservatele nel secondo atto Aleksandra Kubas-Kruk (la Fiakermilli).
Markus Poschner dirige con prudenza il primo atto per poi lasciarsi andare ad un incedere meno meccanico e più ispirato. Il secondo e il terzo atto, proposti senza soluzione di continuità, risultano molto più compiuti anche dal punto di vista del bilanciamento sonoro che consente alla Philharmonia Zürich di mettere in risalto l’incredibile raffinatezza di certi passaggi strumentali.
Robert Carsen, così come per il Rosenkavalier, prende spunto dal Mondo di Ieri di Stefan Zweig e colloca la vicenda all’epoca dell’annessione dell’Austria da parte della Germania Nazista. L’impianto scenico propone sostanzialmente la hall dell’hotel nel quale i Waldner alloggiano a Vienna per la stagione dei balli. Una parete mobile consente poi di “aggiungere” una saletta vicina alla ribalta, che corrisponde al salotto interno della suite in cui il primo atto è ambientato in origine. Nel complesso le scene e i costumi di Gideon Davey sono eleganti e vogliono essere “d’effetto”. La regia invece è sostanzialmente didascalica e poco ispirata e si ricorda solo per le svastiche nel secondo atto e per il finale, sgradevolissimo, in cui a trionfare invece dell’amore è un gruppo di nazisti che invade la hall con le armi spianate radunando tutti al centro.
Successo caloroso al termine della prima tributato da una sala gremita. Chi può non si perda la quarta e ultima replica di questa ripresa questo venerdì 20 alle ore 20.
Opernhaus Zürich
Zurigo | 8 maggio 2022
Arabella
opera in tre atti
di Richard Strauss
libretto di Hugo von Hofmannsthal
Graf Waldner | Michael Hauenstein
Adelaide | Judith Schmid
Arabella | Hanna-Elisabeth Müller
Zdenka | Anett Fritsch
Mandryka | Josef Wagner
Matteo | Pavol Breslik
Graf Elemer | Nathan Haller
Graf Dominik | Yannick Debus
Graf Lamoral | Brent Michael Smith
Die Fiakermilli | Aleksandra Kubas-Kruk
Eine Kartenaufschlägerin | Irène Friedli
Ein Zimmerkellner | Alejandro Del Angel
Welko | Cheyne Davidson
Djura | Mentor Bajrami
Jankel | Nick Lulgjuraj
Philharmonia Zürich
Chor der Oper Zürich
Statistenverein am Opernhaus Zürich
direttore | Markus Poschner
direttore del coro | Ernst Raffelsberger
regia | Robert Carsen
scene e costumi | Gideon Davey
lighting designer | Robert Carsen, Peter van Praet
coreografia | Philippe Giraudeau
dramaturg | Ian Burton, Kathrin Brunner
ph. Toni Suter