La stagione lirica del Teatro Valli di Reggio Emilia si è chiusa la scorsa domenica 15 maggio con l’ultima rappresentazione di Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny secondo lavoro del duo Kurt Weill-Bertolt Brecht, dopo L’opera da tre soldi. La produzione di Reggio Emilia è nata dalla collaborazione con il Teatro Regio di Parma in occasione delle celebrazioni di Parma Capitale italiana della cultura 20+21, l’opera in tre atti di Brecht/Weill è così tornata in scena a Reggio Emilia per la terza volta dopo l’edizione del 1977 e dopo quella del 2005. Per l’occasione la regia dello spettacolo è stata affidata a Henning Brockhaus, mentre i complessi della Toscanini sono stati guidati dalla bacchetta di Christopher Franklin.
Brockhaus firma uno spettacolo spettacolo semplice che segue le indicazioni brechtiane, presentando alcuni guizzi interessanti (come la scena di apertura in cui i tre protagonisti irrompono in scena su di un sidecar sfondando il sipario lasciando una sagoma quasi da cartone animato) che purtroppo non riesce ad offrire al pubblico una lettura capace di avvicinare il lavoro di Brecht e Weill alla nostra contemporaneità, seppur l’opera sia intrisa di spunti molto interessanti e parli benissimo al nostro mondo. Le belle scene di Margherita Palli e i costumi di Giancarlo Colis sono coerenti con l’ambientazione anni ‘20 dello spettacolo, anche se allo spettatore risultano ben lontani gli echi delle opere di Edward Hopper citati nelle note di regia da Brockhaus.
La parte musicale come accennavamo sopra è stata affidata alla bacchetta del maestro americano Christopher Franklin che ha diretto La Toscanini con piglio deciso e pertinenza stilistica, riuscendo a creare un tessuto sonoro coerente, sfida non facile per un’opera sfaccettata come Aufstieg und Fall. Buono il cast radunato, a partire soprattutto dall’ottima Jenny Hill di Nadja Mchantaf, che aveva avuto già modo di frequentare questo ruolo alla Komische Oper di Berlino, all’altezza non solo vocalmente, ma anche interpretativamente. Altrettanto positiva e fascinosa è stata la prova di Alisa Kolosova nei panni di Leokadija Begbick. Tra i protagonisti maschili, Tobias Hächler è un Jim Mahoney quasi sempre corretto, così come anche Chris Merritt (qui Fatty), al netto di qualche difficoltà di emissione. Ottimo Zoltan Nagy come Moses e buoni anche tutti i numerosi comprimari presenti in quest’opera e fondamentali per la sua riuscita: Horst Lamnek (Jack O’Brien), Jerzy Butryn (Bill), Christopher Lemmings (Joe) e le sei ragazze Roxana Herrera, Elizabeth Hertzberg, Yuliia Tkachenko, Cecili Bernini, Kamelia Kader, Mariangela Marini. Da non dimenticare l’importante apporto del Coro del Teatro Regio di Parma preparato da Martino Faggiani e Filippo Lanzi nei panni del narratore.
Successo caloroso per tutti gli interpreti e appuntamento alla prossima stagione.
Teatro Municipale Valli
Reggio Emilia – 15 maggio 2022
Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny
opera in tre atti
musica di Kurt Weill
libretto di Bertolt Brecht
Leokadija Begbick | Alisa Kolosova
Fatty der Prokurist | Chris Merritt
Dreieinigkeitsmoses | Zoltan Nagy
Jenny Hill | Nadja Mchantaf
Jim Mahoney | Tobias Hachler
Jack O’Brien | Horst Lamnek
Bill | Jerzy Butryn
Joe | Christopher Lemmings
Il narratore | Filippo Lanzi
Sei ragazze di Mahagonny | Roxana Herrera, Elizabeth Hertzberg, Yuliia Tkachenko, Cecili Bernini, Kamelia Kader, Mariangela Marini
Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini
Coro del Teatro Regio di Parma
direttore | Christopher Franklin
maestro del coro | Martino Faggiani
regia | Henning Brockhaus
scene | Margherita Palli
costumi | Giancarlo Colis
luci | Pasquale Mari
video design | Marco Spinaci
coreografia | Valentina Escobar