Rheingold Wagner; Opernhaus Zurigo; Noseda; Homoki

Das Rheingold di Wagner in scena alla Opernhaus di Zurigo

Alla Opernhaus di Zurigo ha debuttato nelle scorse settimane la nuova produzione di Das Rheingold di Richard Wagner titolo fondamentale del cartellone della stagione del teatro zurighese visto che vede coinvolti i vertici del teatro, la regia è infatti firmata dal sovrintendente Andreas Homoki, mentre la parte musicale è stata affidata alla bacchetta del direttore musicale Gianandrea Noseda. Il Rheingold è la prima tappa del progetto che vedrà andare in scena nei prossimi anni una nuova produzione dell’intera tetralogia wagneriana (Die Walküre debutterà il prossimo 18 settembre, mentre il Siegfried debutterà il 5 marzo 2023) interamente affidata, come già detto, a Homoki e a Noseda.

Lo spettacolo confezionato da Andreas Homoki sposta l’azione al tempo di Wagner, con un’ambientazione situata in un interno borghese che molto probabilmente vuole richiamare gli interni della villa zurighese dove Wagner visse per quasi 10 anni, partendo un po’ dagli stessi presupposti di quel Tristan und Isolde che Claus Guth ha firmato proprio per la Opernhaus e che tornerà in scena nelle prossime settimane. Per stessa ammissione del regista lo spettacolo non vuole stravolgere la trama né dare nuove interpretazioni, ma cerca semplicemente di trasmettere il messaggio di fondo del lavoro wagneriano. La scena (firmata da Christian Schmidt) è caratterizzata da una piattaforma girevole che ci mostra di volta in volta i vari ambienti interni della casa di Wotan e che solo nel finale si trasforma nel tanto agognato Walhalla (qui reso come un grandissimo salone delle feste). In linea con l’ambientazione ottocentesca, i costumi (firmati sempre da Christian Schmidt) sembrano richiamare, almeno nel caso di Wotan e Fricka, gli stessi Richard e Minna Wagner, mentre Alberich con cilindro e pelliccia ricorda molto da vicino il costume dell’Olandese nella produzione (firmata sempre da Homoki) di Der Fliegende Höllander e vista anche al Teatro alla Scala nel 2013. Lo spettacolo nel complesso risulta didascalico e intrattiene lo spettatore con alcune trovate interessanti, senza però forse dare troppe emozioni. Il girevole aiuta a rendere più movimentata la vicenda, che come sappiamo, in questo prologo, si basa tutto su dialoghi tra i personaggi che ci raccontano l’antefatto della vicenda che si andrà a dipanare poi nelle giornate successive del Ring. 

Come accennavamo prima la parte musicale è stata affidata alla bacchetta del direttore musicale del teatro zurighese, Gianandrea Noseda, che si trova qui a dirigere per la prima volta il Ring wagneriano, dopo aver diretto a Torino il Tristan und Isolde e Der Fliegende Holländer. All’interno del piccolo teatro zurighese, il suono dell’orchestra appare estremamente vivido, puntualmente cesellato dal gesto del direttore milanese che sottolinea ogni minima sfumatura della partitura, attento alle dinamiche e a far emergere in questa parte gli aspetti più leggeri di quest’opera. Di grande intensità l’attacco dell’opera a buio completo che è riuscito ad immergere subito lo spettatore nell’opera. Nel complesso quindi un ottimo punto di partenza per esplorare poi le complessità di Walküre, Siegfried e Götterdämmerung. 

Il cast riunito per l’occasione era in gran parte nuovo all’opera e possiamo dire che la sfida è stata in gran parte vinta. Bene si è partiti con il lato femminile del cast con le tre vivaci e frizzanti Rheintöchter di Uliana Alexyuk, Niamh O’Sullivan e Siena Licht Miller. Solide si sono invece dimostrate nella loro interpretazione sia vocale che scenica Kiandra Howarth (Freia) e Patricia Bardon (Fricka), entrambe al debutto sia a Zurigo che nei rispettivi ruoli. Completava il cast femminile l’ottima Erda di Anna Danik. Più variegato il coté maschile del cast capitanato dal Wotan di Tomasz Konieczny. La voce del basso polacco risulta tonante e ben scandita, il fraseggio è elegante, ma l’interpretazione risulta forse meno coinvolta rispetto a quella di altri colleghi. Sarà interessante sentirlo nelle prossime giornate del Ring dove anche l’aspetto emotivo sarà estremamente importante. Al suo fianco brillava il Loge di Matthias Klink che, nonostante qualche piccolo sfasamento in zona acuta, risultava molto convincente e scenicamente vulcanico. Molto apprezzato e applaudito l’Alberich di Christopher Purves, al suo debutto in questo ruolo, capace di fraseggiare in maniera impeccabile, riuscendo inoltre a costruire un personaggio perfettamente in linea con le indicazioni registiche. Ottimo anche il divertente Mime di Wolfgang Ablinger-Sperrhacke. Completavano il cast gli ottimi Jordan Shanahan e Omer Kobiljak nei panni di Froh e Donner e i convincenti David Soar e Oleg Davydov come i due giganti Fasolt e Fafner. 

Al termine applausi scroscianti per tutti gli interpreti, in attesa della prima giornata del Ring, che come già detto andrà in scena in apertura della stagione 2022/23. 


Opernhaus Zurich
Zurigo | 22 maggio 2022

Das Rheingold
di Richard Wagner

Wotan | Tomasz Konieczny
Donner | Jordan Shanahan
Froh | Omer Kobiljak
Loge | Matthias Klink
Fricka | Patricia Bardon
Freia | Kiandra Howarth
Erda | Anna Danik
Alberich | Christopher Purves
Mime | Wolfgang Ablinger-Sperrhacke
Fasolt | David Soar
Fafner | Oleg Davydov
Woglinde | Uliana Alexyuk
Wellgunde | Niamh O’Sullivan
Flosshilde | Siena Licht Miller

Philharmonia Zurich
Statistenverein am Opernhaus Zurich

direttore | Gianandrea Noseda
regia | Andreas Homoki
scene e costumi | Christian Schmidt
luci | Franck Evin
dramaturg | Bete Breidenbach e Werner Hintze

 

ph. Monika Rittershaus

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