Ultime settimane di intensa programmazione all’Opernhaus di Zurigo che propone una nuova produzione de Le nozze di Figaro, sul podio Stefano Montanari, e due riprese: Tristan und Isolde e Falstaff, entrambe dirette da Gianandrea Noseda, direttore musicale del teatro.
La regia delle Nozze è affidata a Jan Philipp Gloger che confeziona uno spettacolo tradizionale salvo il quarto atto, ambientato in una soffitta, dove si evidenzia l’aspetto sessuale delle interazioni tra le due coppie. A colpire è il perfetto equilibrio dei movimenti degli interpreti in uno spazio scenico di ridotte dimensioni che, per i primi due atti, include anche un piano superiore. I cambi, non a vista, avvengono senza il minimo rumore, segno di come la macchina scenica funzioni perfettamente. Nei pochi minuti che intercorrono tra un cambio e l’altro, su un sipario nero compaiono le clausole che regolano il comportamento all’interno del palazzo del conte d’Almaviva e in estrema sintesi legittimano come complimenti le molestie del conte ai danni delle proprie dipendenti. Delle scene di Ben Baur, a deludere è la rinuncia nel secondo atto all’opulenza dell’appartamento della contessa, ambientato invece in un generico locale di servizio ad uso della servitù, la cui ineleganza, è fortunatamente compensata da un bel terzo atto, l’unico ambientato nei piani alti del palazzo. Il disegno luci di Martin Gebhardt è funzionale ma non particolarmente significativo così come i costumi firmati da Karin Jud.
Stefano Montanari è da sempre un artista poliedrico noto anche per la personalità debordante e il look anticonvenzionale. Alla prima predilige tempi molto serrati che producono in chi scrive la sensazione ansiogena di una corsa contro il tempo. Scelta condivisibile o meno, è da riferire che l’equilibrio tra orchestra e palcoscenico è comunque impeccabile. Del cast la trionfatrice in termini di applausi e acclamazioni sia nel corso della recita che al termine si conferma Lea Desandre, a nostro avviso in realtà la più debole tra i protagonisti a causa della voce esile e senza vibrato. Il livello delle donne è per fortuna compensato da un’eccellente Anita Hartig (La contessa), e da una bravissima Louise Alder (Susanna deliziosa ed accattivante). Nel ruolo di Marcellina è impegnata Malin Hartelius, una veterana dell’ensamble dell’Opernhaus sin dal 1991. A dispetto delle condizioni vocali precarie, il valore simbolico della sua presenza a 31 anni di distanza dal debutto nello stesso teatro, è comunque significativo. Daniel Okulitch è un Conte vocalmente autorevole nonché aitante sulla scena. Così come il giovane e bravissimo Morgan Pearse (Figaro) manca un po’ di italianità, evidente nei recitativi. Tra comprimari, tutti di buon livello, si segnala l’ottimo Yorck Felix Speer (Bartolo). Accoglienza di cortesia al termine tributata da un pubblico non particolarmente coinvolto.
La prossima replica è prevista per mercoledì 22 alle ore 19. La durata dello spettacolo è di tre ore e mezza, intervallo incluso. Ancora disponibili posti in tutti i settori, e biglietti last minute per gli studenti, per soli 20 CHF a partire da novanta minuti prima dell’inizio dello spettacolo. Per gli spettatori già fidelizzati, si ricorda che la prevendita per la prossima stagione avrà inizio il 25 giugno anche online a partire dalle ore 11.30.
Opernhaus Zürich
Zurigo | 19 giugno 2022
Le nozze di Figaro
opera buffa in 4 atti
musica di Wolfgang Amadeus Mozart
libretto di Lorenzo Da Ponte
La Contessa di Almaviva | Anita Hartig
Figaro | Morgan Pearse
Susanna | Louise Alder
Cherubino | Lea Desandre
Marcellina | Malin Hartelius
Bartolo | Yorck Felix Speer
Basilio | Spencer Lang
Don Curzio | Christophe Mortagne
Barbarina | Ziyi Dai
Antonio | Ruben Drole Philharmonia Zurich
Chor der Oper Zurich
direttore | Stefano Montanari
regia | Jan Philipp Gloger
scene | Ben Baur
costumi | Karin Jud
luci | Martin Gebhardt
video | Tieni Burkhalter
mastro del coro | Ernst Raffelsberger
dramaturg | Claus Spahn
ph. Herwig Prammer