Dopo la fortunata serie di recite torinesi nell’autunno 2017, Gianandrea Noseda torna a cimentarsi con Tristan und Isolde, questa volta all’Opernhaus Zürich, teatro di cui è attualmente direttore musicale. L’allestimento è quello in repertorio a Zurigo per la regia di Claus Guth.
Più luci che ombre per questa ripresa estiva la cui prima, il 26 giugno, soffre per un primo atto complessivamente poco ispirato, sia dal punto di vista musicale che scenico. Spiace come una solista del calibro e dell’esperienza di Camilla Nylund (Isolde), tra le piu’ acclamate oggi in circolazione, risulti quasi disorientata in scena, optando per pose plastiche convenzionali, limitando al minimo i movimenti nello spazio scenico molto dinamico e stimolante alla vista. Della regia di Claus Guth rimane solo il concetto sviluppato assieme all’inossidabile Ronny Dietrich, nel quale persiste una distonia tra le intelaiature freudiane che animano il progetto e come queste vengono poi “tradotte” attraverso i gesti e i movimenti. Si tratta di uno spettacolo sostanzialmente tradizionale che non presenta elementi di disturbo salvo una sorta di piccola azione coreografica nel secondo atto che ha inizio nel corso di un evento mondana nel palazzo di König Marke. Lontano da qualsiasi caratterizzazione di navigazione per il primo atto o rurale per il terzo, Christian Schimdt confeziona un elegante impianto scenico di impronta borghese, su base rotante, sul quale si alternano diversi ambienti (finanche uno splendido giardino interno). Colori chiari per i primi due atti conferiscono luminosità a spazi già ampi, che si susseguono senza che si rilevi il minimo rumore. I costumi sono funzionali pur non distinguendosi per particolare gusto né fattura.
La direzione di Gianandrea Noseda è in crescendo. Il primo atto, più all’insegna del proprio compiacimento che al dialogo col palcoscenico, risulta a nostro avviso più autoreferenziale che funzionale all’economia dell’esecuzione. Col seguire della recita, i tempi acquisiscono un carattere più sostenuto e in linea con le effettive possibilità dei solisti, i quali partecipano in misura differente al successo della serata. Franz Josef Selig (König Marke) e Martin Gantner (Kurwenal) si confermano i migliori in campo. Autorevole vocalmente il primo, piu’ tenorile il secondo, raccolgono assieme alla Nylund i consensi piu’ calorosi. Il soprano finlandese fraseggia con raffinatezza anche se, al termine della recita, si conferma chi scrive l’impressione che la natura lirica della voce non ne renda un’Isolde ideale. Michael Weinius ma è un Tristan credibile sia sotto il profilo strettamente sia strettamente vocale sia scenico. Esce indenne dal terzo atto, che fa leva sul solo protagonista maschile, meritando i calorosi applausi ricevuti al termine. Michelle Breedt è un mezzosoprano di conclamata affidabilità. Probabilmente non in serata, mostra forzature nel primo atto, compromettendo il finale di <<Welcher Wahn>>, e incertezze di intonazione nell’<<Einsam wachend in der Nacht>>. Molto bene infine Thomas Erlank (la Stimme des Seemanns e l’Hirt), Andrew Moore (lo Steuermann) e Todd Boyce (Melot).
Accoglienze calorose al termine della recita con acclamazioni per Selig, Gantner e la Nylund. Prossime repliche previste per sabato 2 luglio ( ore 17), mercoledi’ 6 luglio (ore 18) e sabato 9 luglio (ore17).
Opernhaus Zürich
Zurigo | 26 giugno 2022
Tristan und Isolde
musica e libretto di Richard Wagner
Isolde | Camilla Nylund
Brangäne | Michelle Breedt
Tristan | Michael Weinius
König Marke | Franz Josef Selig
Kurwenal | Martin Gantner
Melot | Todd Boyce
Hirt | Thomas Erlank
Steuermann | Andrew Moore
Stimme des Seemanns | Thomas Erlank
Philharmonia Zürich
Chor der Oper Zürich
Statistenverein am Opernhaus Zürich
direttore | Gianandrea Noseda
regia | Claus Guth
scene | Christian Schmidt
luci | Jürgen Hoffmann
maestro del coro | Ernst Raffelsberger
coreografia | Volker Michl
dramaturg | Ronny Dietrich
ph. Toni Suter