Al LAC di Lugano, dopo Il barbiere di Siviglia di Rossini del 2018, torna in scena l’opera lirica e lo fa con una nuova produzione de La Traviata di Verdi firmata dal direttore artistico di LuganoInScena Carmelo Rifici, mentre la parte musicale è stata affidata alla bacchetta di Markus Poschner, direttore principale dell’Orchestra della Svizzera Italiana. Il capolavoro verdiano non era mai stato rappresentato nella città ticinese e, in questo percorso di avvicinamento all’opera dopo l’esperienza rossiniana (e La finta giardiniera in forma di concerto del 2019), era molto atteso l’arrivo di uno dei titoli più amati del repertorio.
Carmelo Rifici propone un allestimento semplice, ma affascinante giocato sul filo dei ricordi, sia quelli di Violetta (che compare bambina di tanto in tanto a ricordo di un’innocenza perduta e forse ancora ricercata dalla Violetta adulta), sia quelli del compositore Verdi che troviamo di tanto in tanto a seguire la vicenda da dietro un pianoforte. Il tutto è ambientato nell’Ottocento (evocato soprattutto dai costumi di Margherita Baldoni), mentre le scenografie di Guido Buganza risultavano essenziali e senza tempo, composte da pochi elementi evocativi ed impreziosite da veli e tendaggi su cui gli artisti delle ombre di Teatro Gioco Vita di Piacenza hanno evocato ricordi ed immagini. Calibrata la recitazione di tutti gli artisti coinvolti, ben diretti da Rifici che ha puntato su uno spettacolo tradizionale, ma non per questo banale, per la prima volta di un capolavoro di questa portata a Lugano.
Nei panni della protagonista c’era Myrtò Papatanasiu che, seppur con qualche piccola difficoltà negli estremi acuti, domina il primo atto per poi brillare nel secondo e terzo atto dove sia per la tessitura che per il colore vocale il soprano greco si trova più a suo agio. La bella voce lirica è inoltre accompagnata da un ottimo fraseggio. Di livello anche la prova vocale di Airam Hernández impegnato nei panni di Alfredo, con un bello squillo e buone intenzioni interpretative. Solido vocalmente il Giorgio Germont di Giovanni Meoni. Completavano il cast Sofia Tumanyan (Flora), Michela Petrino (Annina), Lorenzo Izzo (Gastone), Davide Fersini (Douphol), Laurence Meikle (il marchese d’Obigny) e Mattia Denti (Grenvil).
Alterna la direzione di Markus Poschner alla testa della sua OSI. Per il primo atto il direttore tedesco sceglie volume di grande impatto sonoro e tempi serratissimi, che a volte rischiano di mettere in difficoltà i solisti. I tempi si distendono di più nel corso del secondo e del terzo atto, diventando più meditativi e proponendo una lettura più interessante. Ottimo il lavoro dell’orchestra, così come l’apporto del Coro della Radiotelevisione svizzera preparato da Andrea Marchiol.
Al termine della recita calorosi applausi hanno accolto l’intero cast, speriamo quindi che gli appuntamenti con la lirica al LAC di Lugano possano proseguire e anche moltiplicarsi nel corso delle prossime stagioni
LAC Lugano Arte Cultura
Lugano | 4 settembre 2022
La Traviata
melodramma in tre atti
libretto di Francesco Maria Piave
tratto dal dramma La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio
musica di Giuseppe Verdi
Violetta | Myrtò Papatanasiu
Alfredo | Airam Hernández
Germont | Giovanni Meoni
Flora | Sofia Tumanyan
Annina | Michela Petrino
Gastone | Lorenzo Izzo
Douphol | Davide Fersini
Il marchese d’Obigny | Laurence Meikle
Grenvil | Mattia Denti
Giuseppe | Luca Dordolo
un domestico | Yiannis Vassilakis
Un commissionario | Marco Scavazza
Orchestra della Svizzera Italiana
Civica Filarmonica di Lugano
Coro della Radiotelevisione svizzera
direttore | Markus Poschner
maestro del coro | Andrea Marchiol
regia | Carmelo Rifici
scene | Guido Buganza
luci | Alessandro Verazzi
costumi | Margherita Baldoni
movimenti coreografici | Alessio Maria Romano
ombre | Teatro GIoco Vita