La scorsa settimana il palladiano Teatro Olimpico di Vicenza ha ospitato la terza edizione del Vicenza Opera Festival, la rassegna ideata da Iván Fischer che a ottobre porta nel più antico teatro stabile al chiuso del mondo la grande musica classica della Budapest Festival Orchestra e della sua Iván Fischer Opera Company. Il titolo portato in scena quest’anno è uno dei capisaldi della musica del Novecento, The Turn of the Screw di Benjamin Britten.
La regia dello spettacolo è stata firmata a quattro mani da Marco Gandini e dallo stesso Iván Fischer. I due hanno pensato ad uno spettacolo semplice, ma estremamente efficace e rispettoso sia del libretto, ma soprattutto del luogo. La magnifica scenografia del Teatro Olimpico accompagna la vicenda e si trasforma in Bly Manor: grazie a pochi elementi di scena ci troviamo di volta in volta nei vari ambienti della villa e soprattutto grazie al magistrale uso del trucco illusionistico noto come Pepper’s Ghost il pubblico ha potuto vedere materializzarsi davanti ai suoi occhi i fantasmi di Peter Quint e di Miss Jessel. Un ulteriore tocco di eleganza è stato dato dai bei costumi firmati da Anna Biagiotti che hanno contribuito ad ambientare la vicenda nell’epoca vittoriana.
La parte musicale è stata ovviamente diretta da Iván Fischer che ha guidato il piccolo ensemble previsto dalla partitura di Britten (solo 13 elementi) che ha potuto beneficiare dell’acustica del Teatro Olimpico, risuonando in tutto il suo fulgore. Fischer ha scelto tempi energici e ha tenuto alta la tensione, mettendo in risalto tutta la genialità dietro quest’opera da camera. Il direttore ungherese si è inoltre messo totalmente al servizio dei solisti, parte fondamentale del successo della serata. Ottime sono state infatti le prove di tutti gli interpreti, a cominciare dalla protagonista, il soprano svedese Miah Persson, nei panni della Governante, veterana di questo ruolo, che oltre a sfoggiare una voce lirica corposa e fraseggio perfetto, ha saputo anche combinare una spiccata espressività. Allo stesso modo ottima è stata la prova di Laura Aikin (Mrs. Grose), così come dei due fantasmi: il tenore Andrew Staples dalla voce suadente e ben proiettata e il mezzosoprano Allison Cook che ha dato un’interpretazione giustamente sinistra del personaggio. Un plauso va soprattutto però ai due bambini protagonisti: Lucy Barlow nei panni di Flora e Ben Fletcher come Miles. I bambini si muovono con estrema disinvoltura sul palcoscenico e anche vocalmente riescono a proporre una performance senza sbavature, da veri professionisti.
Tantissimi applausi per tutti gli interpreti al termine della recita da parte del pubblico che affollava le gradinate del teatro. Appuntamento al 2023 con la nuova edizione del Festival, i cui titoli saranno annunciati prossimamente.
Vicenza Opera Festival
Teatro Olimpico
Vicenza | 23 ottobre 2022
The Turn of the Screw
libretto di Myfanwy Piper
basato sul romanzo di Henry James
musica di Benjamin Britten
Governess | Miah Persson
Mrs. Grose | Laura Aikin
Prologue/Peter Quint | Andrew Staples
Miss Jessel | Allison Cook
Miles | Ben Fletcher
Flora | Lucy Barlow
Iván Fischer Opera Company
direttore | Iván Fischer
regia | Iván Fischer e Marco Gandini
assistente alla regia | Hannah Gelesz
costumi | Anna Biagiotti
scenografie | Andrea Tocchio
luci | Nils Riefstahl
effetti speciali | Nils Corte