Le sale di Palazzo Zabarella a Padova stanno ospitando (fino al 26 febbraio prossimo) una ricca e interessante mostra dedicata al Futurismo, curata da Fabio Benzi, Francesco Leone e Fernando Mazzocca che grazie a più di 120 opere (quasi tutte realizzate tra il 1910 e il 1915) riescono a tracciare un ritratto completo della più importante avanguardia italiana del Novecento. Una mostra che attraverso le sue 10 sezioni cerca di guidarci dentro le varie sfaccettature della storia del movimento Futurista, dalle radici simboliste e divisioniste fino alla teorizzazione della Ricostruzione futurista dell’universo del 1915.
Le prime due sezione della mostra ci presentano proprio le opere dei maestri simbolisti e divisionisti che serviranno da punto di partenza per la nascita del futurismo e accanto ai capolavori di maestri del calibro di Segantini, Previati e Pellizza da Volpedo iniziamo ad ammirare alcuni lavori prefuturisti di Boccioni, Balla e Severini, come Meriggio. Officine a Porta Romana di Boccioni del 1910. Dalla terza sezione (dedicata allo spiritualismo) in avanti la mostra ci porta al cuore della temperie futurista e se da un lato possiamo ammirare uno accanto all’altro due capolavori del primo futurismo come: Profumo (1910) di Russolo e Testa femminile (1911) di Boccioni, nella quarta sezione (dedicata al Dinamismo) possiamo vedere a confronto sullo stesso tema tre maestri del futurismo con la Ballerina (1914) di Severini, la Ballerina del 1915 di Sironi e la Danzatrice (1916) di Prampolini. La mostra prosegue analizzando tutti i temi cari ai futuristi, dalla Vita Moderna (e mondana) alla ricerca di simultaneità delle immagini rappresentate passando per la guerra e le parolibere. Tuttavia il vero cuore della mostra lo troviamo nella sala che ospita la sezione 6 dove la mostra si focalizza sulla ricerca della tridimensionalità e sulle sperimentazioni di scultura polimaterica invocate nel Manifesto tecnico della scultura (1912), sono presenti in mostra alcuni capolavori assoluti della scultura futurista come le Forme uniche della continuità nello spazio di Boccioni che dialogano accanto alle ricostruzioni delle marionette per i balli plastici di Fortunato Depero e al gesso della Fanciulla piena d’amore (1913) di Arturo Martini. La mostra si chiude con uno omaggio a Giacomo Balla (e Depero) e al manifesto della Ricostruzione futurista dell’universo (del 1915) attraverso il quale vengono messe per iscritto le innovative sperimentazioni e l’idea di poter plasmare la vita quotidiana delle persone secondo il credo futurista, spicca in questa sala, accanto ai progetti per vestiti e arredamenti futuristi il grande arazzo di Balla del 1925 Genio futurista.
Accompagna la mostra un ricco catalogo edito da Marsilio che permette, grazie ai saggi dei curatori una riflessione sull’evoluzione del movimento futurista.
Futurismo. 1910-1915
La nascita dell’avanguardia
Palazzo Zabarella
Padova fino al 26 febbraio 2023
a cura di Fabio Benzi, Francesco Leone e Fernando Mazzocca
catalogo edito da Marsilio