Pelleas melisande Debussy; Piacenza; opera; lirica

Pelléas et Mélisande di Debussy al Municipale di Piacenza

Dopo il Rigoletto inaugurale e il Tamerlano di Vivaldi, la stagione lirica del Teatro Municipale di Piacenza prosegue con Pelléas et Mélisande di Debussy, nell’allestimento firmato da Barbe & Doucet che era nato in occasione della stagione 2020 del Teatro Regio di Parma (e frutto della coproduzione anche con il Teatro Comunale di Modena) ed è stato tra le prime vittime delle chiusure dei teatri nel marzo 2020 a causa dello scoppio della pandemia.

Sul podio dell’Orchestra dell’Emilia Romagna era impegnato il maestro Marco Angius, esperto di repertorio tardo ottocentesco e novecentesco, che è riuscito a tener perfettamente le fila di una partitura estremamente complessa, tenendo pianissimi eterei e impalpabili, e capace di dare il massimo soprattutto negli atti finali, dove, alla testa dell’Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini, è riuscito a tenere altissima la tensione drammaturgica. La compagnia di canto coinvolta era di buon livello. La protagonista Mélisande era il soprano francese Karen Vourc’h, perfetta nelle sembianze e dalla voce con un colore vocale che, nonostante qualche sonorità gutturale, risulta veramente aderente alle esigenze di questa partitura e drammaturgia. Pélleas era invece Phillip Addis che delinea un giovane sognante, dalla voce dal timbro fresco e sonoro. Al loro fianco c’era l’ottimo Golaud di Dion Mazerolle dal fraseggio elegante e suadente e scenicamente molto credibile. Ottima Silvia Frigato nei panni del piccolo Yniold, così come tonante è stato l’Arkel di Vincent Le Texier. Corretta la Geneviève di Enkeleida Shkoza che completava il cast coinvolto insieme a Roberto Lorenzi nei panni di un medico e di un pastore. Da non dimenticare il piccolo, ma ottimo apporto del Coro de Teatro Regio di Parma preparato da Massimo Fiocchi Malaspina. 

Lo spettacolo ideato dal duo franco-canadese Barbe & Doucet è un piccolo capolavoro, etereo e delicato, capace di accompagnare il pubblico in punta di piedi all’interno della triste vicenda di Pelléas e Mélisande. Il tutto è ambientato in un mondo onirico e simbolista, oltre al palese e dichiarato richiamo al capolavoro di Arnold Böcklin “L’isola dei morti” non possiamo non cogliere nell’albero/nuvola che compare in scena più volte, il richiamo alle opere dell’olandese Berndnaut Smilde. Il palco è dominato da una grande isola verde che ruota trasformandosi di volta in volta, grazie anche ad una serie di altre isole di terra “volanti” che arricchiscono la scenografia. Vengono risolti con ottimi risultati alcuni momenti ostici, difficili da rendere, come per esempio il momento in cui il piccolo Yniold viene obbligato da Golaud a spiare dalla finestra del castello Pelléas e Mélisande (qui resa attraverso un modellino del castello a cui il bambino si avvicina tramite una scala).

Al termine della recita il pubblico piacentino ha tributato un buon successo a tutto il cast impegnato nella recita; il prossimo appuntamento con la stagione lirica del Teatro Municipale di Piacenza sarà con Il trovatore di Verdi, in scena dal 3 al 5 marzo.


Teatro Municipale
Piacenza | 5 febbraio 2023

Pelléas et Mélisande
dramma lirico in cinque atti e dodici quadri su libretto di Maurice Maeterlinck
musica di Claude Debussy

Mélisande | Karen Vourc’h
Pelléas | Phillip Addis
Golaud | Dion Mazerolle
Arkel | Vincent Le Texier
Geneviève | Enkeleida Shkoza
Yniold | Silvia Frigato
Un medico/un pastore | Roberto Lorenzi

Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini
Coro del Teatro Regio di Parma

direttore | Marco Angius
maestro del coro | Massimo Fiocchi Malaspina
regia, scene e costumi | Barbe&Doucet
riprese da Florence Bas
luci | Guy Simard
riprese da Andrea Ricci



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