Zite ngalera; Teatro alla Scala; Milano; Leonardo Vinci; Leo Muscato; Opera

Li zite ngalera di Vinci al Teatro alla Scala

Il Teatro alla Scala di Milano prosegue anche per questa stagione con il progetto di riscoperta del repertorio barocco e lo fa con una vera rarità della cosiddetta commedeja pe mmuseca partenopea come Li zite ngalera di Leonardo Vinci, titolo che debuttò al Teatro dei Fiorentini di Napoli nel 1722 su libretto di Bernardo Saddumene, probabilmente uno pseudonimo di Andrea Bermudes, (quasi sicuramente un funzionario di corte vissuto fino alla metà degli anni 30 del Settecento). Li zite ngalera è ad oggi la più antica commedia per musica di cui sia giunto fino a noi lo spartito, il grande successo che registrò all’epoca ci è testimoniato dalla ripresa del 1724 e dal fatto che divenne la prima commedia per musica ad essere rappresentata fuori da Napoli nel 1729, quando venne messa in scena con il titolo La costanza al Teatro Capranica di Roma. La trama ricalca il classico schema con travestimenti ed equivoci con quattro giovani amanti, affiancati da tre anziani e due servi (a cui sono riservate le parti più comiche).

Per l’occasione la regia è stata affidata a Leo Muscato, che torna alla Scala dopo il monumentale Barbiere di Siviglia del 2021 (produzione che tornerà in scena a settembre con i solisti dell’Accademia). Lo spettacolo firmato da Muscato resta fedele al libretto originale con poche variazioni, tutta la vicenda invece che per strada davanti alla bottega di Col’Agnolo è ambientata all’interno della locanda gestita da Titta e Meneca, l’intera opera è un continuo susseguirsi di cambi di scena, grazie ai quali il pubblico viene trascinato da un ambiente all’altro della locanda. Se da un lato questo espediente riesce a movimentare le tre ore di spettacolo, alla lunga può risultare confusionario e ripetitivo. Le splendide scene (firmate da Federica Paolini) sono un tuffo nella Napoli del Settecento e ci restituiscono una realtà brulicante di vita che sembra uscire direttamente dalla pittura di genere settecentesca. Arricchiscono il quadro i magnifici costumi di Silvia Aymonino.

Davvero ottima la parte musicale guidata da Andrea Marcon alla testa di un ensemble formato dell’Orchestra del Teatro alla Scala su strumenti storici e dai componenti de La Cetra Barockorchester. Sul palco è stato coinvolto un cast numeroso, giovane e brillante, formato da cantanti che da tempo frequentano con successo il repertorio barocco o quello rossiniano. Due i ruoli en travesti in questa opera: quello di Carlo Celmino interpretato con ottimo fraseggio da Francesca Aspromonte e quello della vecchia Meneca Vernillo a cui ha dato voce Alberto Allegrezza (entrambi al debutto milanese), esilarante dal punto di vista interpretativo. Chiara Amarù ha prestato la sua bella voce mezzosopranile al doppio ruolo di Belluccia e Peppe. Ottimo il soprano Francesca Pia Vitale nel ruolo di Ciomma, la bella desiderata da tutti. Bene anche le prove dei due controtenori: Raffaele Pe (al debutto scaligero) nei panni di un energico Ciccariello e Filippo Mineccia (anche lui al debutto alla Scala) in quelli di Titta Castagna. Due rossiniani doc come Antonino Siragusa e Marco Filippo Romano hanno ben interpretato rispettivamente il vecchio Col’Agnolo e il cuoco Rapisto. Completavano il cast Filippo Morace (impegnato nell’unico ruolo non in napoletano, Federico Mariano) e due ragazzi dell’Accademia della Scala, Matias Moncada e Fan Zhou. 

Applausi per tutti al termine della recita, venerdì 21 aprile con l’ultima replica sarà anche possibile seguire la diretta streaming sul sito lascala.tv


Teatro alla Scala
Milano | 18 aprile 2023

Li zite ngalera
commedia in musica in tre atti
libretto di Bernardo Saddumene
musica di Leonardo Vinci

Carlo Celmino | Francesca Aspromonte
Belluccia Mariano | Chiara Amarù
Ciomma Palummo | Francesca Pia Vitale
Federico Mariano | Filippo Morace
Meneca Vernillo | Alberto Allegrezza
Titta Castagna | Filippo Mineccia
Col’Agnolo | Antonino Siragusa
Ciccariello | Raffaele Pe
Rapisto | Marco Filippo Romano
Assan | Matias Moncada
Na Schiavottella | Fan Zhou

Orchestra del Teatro alla Scala su strumenti storici
e La Cetra Barockorchester

direttore | Andrea Marcon
regia | Leo Muscato
scene | Federica Parolini
costumi | Silvia Aymonino
luci | Alessandro Verazzi

ph. Brescia & Amisano

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