Teatro alla Scala; Andrea Chenier; Umberto Giordano; Jonas Kaufmann

Andrea Chénier torna al Teatro alla Scala

Al Teatro alla Scala di Milano in queste settimane è tornato in scena l’allestimento firmato da Mario Martone dell’Andrea Chénier di Umberto Giordano che ha aperto la stagione 2017/2018, la serata del 24 maggio ha segnato il ritorno sul palco scaligero anche del divo tedesco Jonas Kaufmann che mancava alla Scala in una produzione operistica dall’unica recita del Fidelio del 10 dicembre 2014.

Come accennavamo l’allestimento è quello firmato da Mario Martone per il 7 dicembre 2017 con le scene di Margherita Palli, i costumi di Ursula Patzak e le luci di Pasquale Mari. Questa ripresa non fa che confermare l’impressione avuta anni fa di uno spettacolo che unisce scene di grande impatto visivo ed emotivo a momenti più piatti e statici. Ben riuscite infatti risultano le grandi scene di insieme con un ottimo coordinamento e coinvolgimento delle masse corali e dei mimi, mentre invece di minor impatto sono le scene intimistiche. Al di là comunque di qualche momento meno efficace, lo spettacolo scorre senza problemi e riesce a coinvolgere lo spettatore. 

Per questa prima ripresa la parte musicale è stata affidata alla bacchetta di Marco Armiliato che torna alla Scala per dirigere un’altra opera di Umberto Giordano (ricordiamo infatti che aveva diretto Fedora). Il direttore genovese tiene bene le fila della partitura, dimostrando di conoscerla appieno, ben sostiene i cantanti, ma allo stesso tempo purtroppo mantiene un volume orchestrale troppo alto che rende i cantanti poco udibili in alcuni casi. Ottima è stata la prova e il coinvolgimento del Coro scaligero diretto da Alberto Malazzi. 

Sul palco era impegnato nel ruolo del titolo Jonas Kaufmann, mentre Sonya Yoncheva vestiva i panni di Maddalena di Coigny. Il tenore tedesco si è fatto apprezzare ancora una volta per il fraseggio elegante e per il coinvolgimento interpretativo che lo portano a soppesare parola dopo parola e ad aderire totalmente al personaggio. Purtroppo però in questa fase della sua carriera, probabilmente Chénier non è più un ruolo che gli si confà totalmente, col risultato che lo abbiamo trovato in difficoltà in alcuni passaggi in pianissimo. Dopo non aver totalmente convinto nella sua ultima apparizione scaligera, Sonya Yoncheva interpretava qui Maddalena che l’ha vista più a suo agio rispetto al ruolo di Fedora. Il timbro e il colore vocale sono affascinanti, la tecnica precisa, ma il registro grave risulta purtroppo meno efficace e talvolta anche poco udibile. Sugli scudi la prova di Amartuvshin Enkhbat nei panni di Carlo Gérard: colore vocale brunito e vellutato e ottimo fraseggio. E’ stato il suo l’applauso a scena aperta più caloroso, dopo “Nemico della patria”. Ottima la prova dei numerosi comprimari presenti in questa opera, sia tra quelli femminili che quelli maschili. Francesca Di Sauro è stata una Bersi dall’ammaliante presenza scenica e buona proiezione vocale, José Maria Lo Monaco una convincente Contessa di Coigny, mentre Elena Zilio si è confermata una Madelon di raro coinvolgimento interpretativo. Nel comparto maschile da segnalare Carlo Bosi nei panni di un Incredibile, Giulio Mastrototaro come Mathieu, Ruben Amoretti come Roucher e Adolfo Corrado come Forquier Tinville. Di buon livello anche gli altri coinvolti: Sung-Hwan Damien Park (Fléville), Paolo Nevi (Abate), Li Huanhong (Schmidt e maestro di casa), Lorenzo B. Tedone (Dumas).

Dopo questa ripresa di Andrea Chénier il Teatro alla Scala proporrà una nuova produzione di Rusalka di Dvořák per la regia di Emma Dante, che torna così alla Scala dopo il successo della Carmen dell’ormai lontano 2009.


Teatro alla Scala
Milano | 24 maggio 2023

Andrea Chénier
Dramma di ambiente storico in quattro quadri

libretto di Luigi Illica
musica di Umberto Giordano

Andrea Chénier | Jonas Kaufmann
Carlo Gérard | Amartuvshin Enkhbat
Maddalena di Coigny | Sonya Yoncheva
La mulatta Bersi | Francesca Di Sauro
La Contessa di Coigny | José Maria Lo Monaco
Madelon | Elena Zilio
Roucher | Rubén Amoretti
Pietro Fléville | Sung-Hwan Damien Park
Forquier Tinville | Adolfo Corrado
Il sanculotto Mathieu | Giulio Mastrototaro
Un “Incredibile” | Carlo Bosi
L’abate | Paolo Antonio Nevi
Schmidt / Il maestro di casa | Li Huanhong
Dumas | Lorenzo B. Tedone

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
con la partecipazione del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala diretto da Manuel Legris

direttore | Marco Armiliato
maestro del coro | Alberto Malazzi
regia | Mario Martone
ripresa da Federica Stefani
scene | Margherita Palli
costumi | Ursula Patzak
luci | Pasquale Mari


ph. Brescia & Amisano

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