La stagione 22/23 del Teatro Regio di Torino si è chiusa con la ripresa dell’allestimento del 2010 della Madama Butterfly di Puccini firmato da Damiano Michieletto; per questa seconda ripresa la parte musicale è stata affidata alla bacchetta del maestro russo Dmitri Jurowski.
Damiano Michieletto propone una Madama Butterfly lontanissima da quella presente nell’immaginario del frequentatore operistico. Si abbandona così il Giappone oleografico da cartolina, con alberi di ciliegio, kimoni e ombrellini, per far posto alla contemporaneità con uno spettacolo che ci mostra le contraddizioni del Giappone, e che amplifica la crudezza e la tragicità della storia di Cio-cio-San, venduta ad un americano senza scrupoli pronto a divertirsi e ad abbandonare tutto al momento opportuno. Al centro della scena progettata da Paolo Fantin si trova una grande scatola trasparente che diventa vetrina per ragazze in vendita, ma anche casa di Cio-cio-San. La scatola sembra trovarsi sotto un viadotto, tra insegne equivoche e luci al neon, in un generale senso di squallore che tanto contrasta con l’ingenuità e la purezza di Madama Butterfly. Lo spettacolo risulta brutale, ma vero e colpisce con un pugno allo stomaco lo spettatore, spingendolo sin da subito a capire la tragedia che sta per accadere.
Come già anticipato, sul podio della compagine torinese c’era Dmitri Jurowski. Ben seguito dall’orchestra e dall’ottimo coro del Teatro Regio, il direttore russo offre una lettura calibrata che per niente indulge nel lirismo o negli esotismi della partitura, scegliendo ritmi sostenuti e asciutti. Di buon livello il cast della recita a cui abbiamo assistito, a partire dalla giovane protagonista. Barno Ismatullaeva è stata un’ottima Cio-cio-San, dalla voce compatta e timbrata in tutti i registri, acuti sicuri e totale aderenza al personaggio disegnato in questa produzione dal regista. Se un appunto va trovato a questa interpretazione, è probabilmente la necessità di rifinire il canto e il fraseggio, aspetti su cui sicuramente il soprano uzbeko avrà modo di lavorare in futuro, riprendendo nuovamente questo ruolo così complesso. Il tenore Matteo Lippi aveva invece un colore vocale piacevole, fraseggio molto interessante ed ha saputo ben calarsi nei panni di un Pinkerton spavaldo e vigliacco. Elegante e ben calibrata la prova di Damiano Salerno come Sharpless. Coinvolgente la Suzuki di Ksenia Chubunova.
Completano il cast il Goro di Massimiliano Chiarolla, il veemente zio Bonzo di Daniel Giulianini, il calibrato principe Yamadori di Michele Patti, insieme al commissario imperiale di Rocco Lia, la Kate Pinkerton di Irina Bogdanova, l’ufficiale del registro di Marco Tognozzi e i membri della famiglia di Cio-cio-San: la mamma (Raffaella Riello), lo zio (Marco Sportelli), la zia (Paola Isabella Lopopolo) e la cugina (Caterina Borruso).
Buon successo per tutto il cast impegnato al termine della recita. Prima della pausa estiva il Teatro Regio di Torino celebrerà ancora una volta i 50 anni dalla riapertura con una speciale serata di gala che vedrà il maestro Riccardo Frizza dirigere I Vespri Siciliani in forma di concerto con: Roberta Mantegna, Piero Pretti, Vladimir Stoyanov e Michele Pertusi.
Teatro Regio
Torino | 25 giugno 2023
Madama Butterfly
tragedia giapponese in due atti
libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
dal racconto di John Luther Long e dal dramma di David Belasco
musica di Giacomo Puccini
Madama Butterfly (Cio-Cio-San) | Barno Ismatullaeva
F.B. Pinkerton | Matteo Lippi
Sharpless | Damiano Salerno
Suzuki | Ksenia Chubunova
Goro | Massimiliano Chiarolla
Il principe Yamadori | Michele Patti
Lo zio Bonzo | Daniel Giulianini
Il commissario imperiale | Rocco Lia
Kate Pinkerton | Irina Bogdanova
La madre di Cio-Cio-San | Raffaella Riello
Lo zio Yakusidé | Marco Sportelli
L’ufficiale del registro | Marco Tognozzi
La zia | Paola Isabella Lopopolo
La cugina | Caterina Borruso
Il figlio di Cio-Cio-San | Ludovico Dilauro
Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino
direttore | Dmitri Jurowski
maestro del coro | Andrea Secchi
regia | Damiano Michieletto
ripresa da Elisabetta Acella
scene | Paolo Fantin
costumi | Carla Teti
luci | Marco Filibeck
riprese da | Vladi Spigarolo
assistente alle scene | Piero de Francesco
direttore dell’allestimento | Antonio Stallone
ph. Andrea Macchia