Il secondo spettacolo a cui abbiamo assistito durante questo Festival Verdi 2023, dalla regia molto apprezzata è stato “Il Trovatore”. In questo caso la regia è quella un po’ visionaria e kolossal di Davide Livermore, affiancato da Carlo Sciaccaluga, con le scene di Giò Forma e le suggestive proiezioni video di D-Wok (un connubio che riesce sempre a stupire), il tutto completato dai costumi di Anna Verde e dalle luci di Antonio Castro. Il setting, qui, ricorda una periferia industriale nella quale arriva il circo con tutta la compagine circense, che rappresenta i gitani. Le scene proiettate, che si materializzano gradualmente (in modo simile a quanto visto in occasione delle inaugurazioni scaligere firmate da Livermore) ci portano in atmosfere un po’ da Gotham City, dove spesso piove, o forse nevica, o forse cade cenere dal cielo come reminiscenza perpetua del rogo. Evocativo l’uso del fuoco in questa versione dell’opera, richiamato anche dal mangiafuoco, che segna con una impressionante fiammata il notevole cambio di atmosfera tra la canzone dei gitani e quella di Azucena che rivive l’orrore del supplizio della madre. Molto bella l’ambientazione nel circo, con acrobati, giocolieri, trampolieri, clown, e persino break dancers, il tutto ritmato da incudini vere in scena. Bella l’idea della grossa struttura metallica che ricorda una torre d’assedio nell’atto successivo, così come è molto curiosa la trasposizione della scena dei voti di Leonora che, invece che farsi suora, si fa infermiera in un ospedale. Quest’ultimo diventa scena di un grandissimo coup de theatre allorché i seguaci di Urgel escono dai letti per sorprendere il Conte e i suoi soldati. Appropriati i momenti total freeze e i ralenty che accompagnano i momenti in cui Leonora parla incredula tra sé e sé.
Se dal punto di vista scenico e registico questo Trovatore ha convinto, dal punto di vista vocale ha lasciato un po’ a desiderare, penalizzato anche da tanti cambiamenti nel cast. Segnaliamo solo la voce interessante (pur se con delle disomogeneità) di Clementine Margaine (Azucena), che ha sfoggiato una voce di petto di volume, timbro e colore davvero impressionanti, almeno nei primi atti. Sarà interessante ascoltarla in altre occasioni per trovarla in forma ancora migliore. Gli altri protagonisti, pur se discretamente applauditi dal pubblico, risultano quanto meno fuori repertorio (se non addirittura gravati da difficoltà di emissione e di proiezione considerevoli). Molto bene invece la Ines di Carmela Lopez, voce di buon volume e corposa, e il Ruiz di Didier Pieri, per la corretta emissione e la nitidezza del canto.
Buona l’orchestra sotto la bacchetta di Francesco Ivan Ciampa, che non calca la mano (se non forse, un pochino, nel terzetto dell’atto primo) e cerca di favorire il canto degli interpreti che ha a disposizione.
Molti applausi del pubblico, in gran parte straniero, accorso per questa edizione del Festival. Il programma per il 2024 promette spettacoli molto interessanti, sempre sparsi tra i vari teatri coinvolti (Regio, Busseto e Fidenza) nonché la consueta Verdi Street Parade tra le vie cittadine. Stiamo pronti, allora, per non perderci gli eventi del prossimo Festival Verdi, edizione 2024!
Roberto Cighetti
Festival Verdi 2023
Teatro Regio di Parma | 12 ottobre 2023
Il Trovatore
Dramma lirico in quattro parti su libretto di Salvadore Cammarano
tratto dal dramma El Trovador di Antonio Garcìa Gutiérrez
musica di Giuseppe Verdi
Edizione critica a cura di David Lawton
Il Conte di Luna | GIOVANNI MEONI
Leonora | FRANCESCA DOTTO
Azucena | CLEMENTINE MARGAINE
Manrico | RICCARDO MASSI
Ferrando | LEONARD BERNAD
Ines | CARMELA LOPEZ *
Ruiz | DIDIER PIERI
Un messo | ENRICO PICINNI LEOPARDI
Un vecchio zingaro | SANDRO PUCCI
*Allievo dell’Accademia Verdiana
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
Maestro concertatore e direttore | Francesco Ivan Ciampa
Maestro del Coro | Gea Garattini Ansini
Regia | Davide Livermore
Regista collaboratore | Carlo Sciaccaluga
Scene | Giò Forma
Video | D-Wok
Costumi | Anna Verde
Luci | Antonio Castro
Nuovo allestimento del Teatro Regio di Parma
In coproduzione con Teatro Comunale di Bologna
ph. Roberto Ricci