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Tugan Sokhiev dirige i Wiener Philharmoniker

Il secondo concerto in abbonamento per la stagione dei Wiener Philharmoniker vede il podio affidato a Tugan Sokhiev, impegnato in un programma che prevede il Secondo di Saint-Saëns per pianoforte e orchestra (con Lang Lang solista) e la Quinta di Prokofiev. 

Conosciuto dal grande pubblico per l’esagitato tema di tarantella, che ne pervade soprattutto il terzo movimento, il Concerto per pianoforte n. 2 in sol minore, op. 22 è stato eseguito per la prima volta alla Société Nationale de Musique di Parigi, il 13 maggio 1868. È proprio nell’ultimo tempo, il Presto, che in quest’occasione si concentrano le maggiori perplessità legate a Lang Lang. Il personaggio ha sempre avuto la meglio rispetto al pianista ma negli anni, il pianista cinese ha prestato sempre meno attenzione all’aspetto esecutivo, anche se, per sua fortuna il pubblico sembra indulgervi. La mimica facciale molto curata e i gesti delle braccia accentuati all’inverosimile, pur strizzando l’occhio agli spettatori meno preparati, non si riflettono nell’espressività che un pianista dovrebbe trarre solo, o perlomeno in primo luogo, dalla tastiera. Le terzine sono tutto fuorché inappuntabili, così come i trilli risultano spesso imprecisi. In un incalzare quasi spasmodico del ritmo, a mancare a Lang Lang, oltre alla perizia strettamente esecutiva nei passi strettamente virtuosistici, è la raffinatezza interpretativa nell’evitare una denotazione troppo folklorica. Un po’ più di distacco, di eleganza e senso della misura, renderebbero, a nostro avviso, l’esecuzione più appetibile.  Un solo bis al termine: la Nona Variazione Goldberg di Bach.  

«Nella Quinta ho voluto cantare l’uomo libero e felice, la sua forza, la sua generosità e la purezza della sua anima». Queste le affermazioni di Prokofiev in merito alla sinfonia composta nell’estate del 1944 ed eseguita nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca il 13 gennaio 1945. Venendo alla nostra esecuzione viennese, se le eccezionali qualità della compagine strumentale e l’autorevolezza della bacchetta possono poco nella prima parte per via della personalità travolgente del pianista, con le prime battute della Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore, op. 100, il registro cambia completamente e l’attenzione si catalizza unicamente sull’aspetto musicale dell’esecuzione. L’orchestra è in stato di grazia e Tugan Sokhiev conferma ancora una volta di essere uno dei migliori direttori disponibili al momento. A essere ragguardevoli sono la sensibilità nel delineare i diversi aspetti dell’ironia (ora bonaria, ora beffarda) e la capacità di analisi e di enunciazione delle numerose cellule melodiche lungo tutto il corso della sinfonia. Il lirismo dirompente e il sarcasmo che permea la composizione sono resi in un crescendo emotivo, accentuato da un ritmo sempre più incalzante e coinvolgente che produce, al termine, una prolungata e meritatissima ovazione.  

Il prossimo concerto in abbonamento è previsto il 9, il 10 e l’11 nella consueta formula che si articola in una pomeridiana alle 15:00, una matinée alle 11:00 e una serale alle 19:30. Programma “brahmsiano” con Christian Thielemann e Igor Levit: il Secondo per pianoforte e orchestra e la Terza sinfonia. I biglietti residui saranno in vendita online e in biglietteria a partire dal 4 dicembre (per le prima due date) e dal 6 dicembre (per l’ultima).  


Musikverein
Vienna | 22 ottobre 2023

Wiener Philharmoniker

Direttore | Tugan Sokhiev
Pianoforte | Lang Lang

Camille Saint-Saëns
Concerto per pianoforte n. 2 in sol minore, op. 22

Sergej Sergeevič Prokof’ev
Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore, op. 100

 

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