Anche quest’anno è tornato nel magnifico Teatro Olimpico di Vicenza il Vicenza Opera Festival promosso da Iván Fischer con la sua Budapest Festival Orchestra e la Iván Fischer Opera Company, anche quest’anno per 4 giorni il Teatro Olimpico si è trasfigurato per ospitare una delle più prestigiose orchestre internazionali, impegnata in un titolo d’opera e in un concerto. L’opera scelta per quest’anno (dopo The Turn of the Screw di Britten, al centro del Festival del 2022) è stata Pelléas et Mélisande, praticamente unica opera di Claude Debussy, che debuttò all’Opéra-Comique di Parigi nel 1902.
La regia dello spettacolo, come di consueto, è stata firmata dal direttore Iván Fischer assieme a Marco Gandini. I due per l’occasione hanno concepito una messinscena che è uscita dal palco, invadendo la buca/platea dell’Olimpico con una scenografia silvestre (firmata da Andrea Tocchio) che è andata ad amalgamare insieme orchestrali e cantanti circondati dai rami di una lussureggiante foresta. L’intera orchestra (direttore compreso) era vestita con casacche verdi e marroni, in modo da mimetizzarsi meglio, mentre i protagonisti vestivano costumi dalla foggia medievale firmati da Anna Biagiotti. Per il resto lo spettacolo nella sua estrema semplicità riesce a catturare lo spettatore, e con il solo utilizzo di tre piattaforme mobili riesce a ricreare le varie ambientazioni, dalla torre di Mélisande ai saloni del castello. Se da un lato lo spettacolo firmato da Fischer e Gandini utilizza in maniera davvero intelligente l’esiguo spazio a disposizione, dall’altro gli interpreti sono un po’ abbandonati a loro stessi, liberi di dare una loro interpretazione dei personaggi.
Sicuramente l’aspetto più interessante di questa produzione risiedeva nella parte musicale con Iván Fischer e la sua Budapest Festival Orchestra. All’interno dell’Olimpico, l’orchestra ungherese, in totale sintonia con il suo direttore, ha offerto una prova di altissimo livello. Si avverte il lungo lavoro di cesello che Fischer ha condotto insieme all’orchestra, dando così una lettura di quest’opera che ci pare di ascoltare per la prima volta, vista la nitidezza di suono, in un’esecuzione che però non dimentica di rimarcare i momenti più drammatici, nonché le sottili avvisaglie che condurranno alla conclusione di questa terribile storia.
Sugli scudi la prova vocale del baritono Tassis Christoyannis nei panni di Golaud, grazie ad una voce solida e grande partecipazione interpretativa. Mélisande era invece il soprano Patricia Petibon che vocalmente riesce ad essere convincente e solida, grazie ad un ottimo fraseggio, mentre a livello interpretativo risulta un po’ forzata. Pelléas era invece Bernard Richter che abbiamo solitamente ascoltato nel repertorio mozartiano. La voce tenorile è piuttosto leggera e fatica un po’ nei momenti in cui la partitura la spinge più in basso, come ad esempio nel secondo e nel terzo atto. Ottimo il tonante Arkel di Franz-Josef Selig dal fraseggio prezioso, così come ottima è stata la Geneviève di Yvonne Naef. Completavano la compagnia di canto, il giovane Oliver Michael, molto bravo nel non facile ruolo del piccolo Yniold e Peter Harvey come dottore e pastore.
Grande successo al termine della recita, con un pubblico entusiasta che ha calorosamente accolto tutti gli artisti impegnati.
Vicenza Opera Festival
Teatro Olimpico
Vicenza | 29 ottobre 2023
Pelléas et Mélisande
libretto e musica di Claude Debussy
basato su Pelléas et Mélisande di Maurice Maeterlinck
Bernard Richter | Pelléas
Patricia Petibon | Mélisande
Tassis Christoyannis | Golaud
Franz-Josef Selig | Arkel
Yvonne Naef | Geneviève
Peter Harvey | Dottore e pastore
Oliver Michael | Piccolo Yniold
Iván Fischer Opera Company
direttore | Iván Fischer
regia | Iván Fischer e Marco Gandini
costumi | Anna Biagiotti
scene | Andrea Tocchio
luci | Tamás Bányai
direttore tecnico | Robert Zentai
responsabile di palcoscenico | Wendy Griffin-Reid