Don Carlo; Giuseppe Verdi; Teatro Municipale; Piacenza; Opera

Il Don Carlo di Verdi chiude la stagione di Piacenza

Lo scorso weekend, con la ripresa dell’allestimento di Joseph Franconi-Lee del Don Carlo di Verdi si è conclusa la stagione 2022/2023 del Teatro Municipale di Piacenza, una recita movimentata quella pomeridiana di domenica 12 novembre, visto che già dal mattino il tenore Piero Pretti, previsto in cartellone nel ruolo del titolo, aveva annunciato la sua improvvisa indisposizione, così a poche ore dall’apertura del sipario è stato chiamato a sostituirlo Paolo Lardizzone (già previsto per le recite di Rimini di fine mese). Per uno strano incrocio di calendari e di programmazione, tra novembre e dicembre i teatri della Lombardia e dell’Emilia Romagna, proporranno in scena al pubblico ben tre diverse produzioni del capolavoro verdiano: questa ripresa dei teatri emiliani (tra Modena, Piacenza, Reggio Emilia e Rimini), una nuova produzione di OperaLombardia (nata al Teatro Fraschini di Pavia) e la nuova produzione che aprirà la stagione del Teatro alla Scala di Milano il prossimo 7 dicembre.

Come accennato prima, per l’allestimento è stato ripreso lo spettacolo del 2012 firmato da Joseph Franconi-Lee per il Teatro Comunale di Modena, uno spettacolo semplice e dallo stampo tradizionale con grandi fondali dipinti (di Alessandro Ciammarughi che firma anche i sontuosi costumi), scale e spalti lignei sempre presenti in scena. Sebbene nell’intervista presente nel programma di sala il regista dichiari apertamente di essersi rifatto alla produzione del Don Carlo di Luchino Visconti per il Teatro dell’Opera di Roma, nello spettacolo visto in scena a Piacenza è mancato del tutto un lavoro sui personaggi, lasciando l’interpretazione alla libera volontà dei vari artisti coinvolti, e andando a creare così delle scene d’insieme d’impatto (come nel caso della scena del carcere nel III atto) piuttosto statiche.

L’esecuzione musicale è stata salutata da un grandissimo successo da parte del pubblico piacentino, ma non ci siamo però trovati di fronte ad una prova del tutto esente da errori. Sul podio si trovava Jordi Bernacer che non è riuscito a dare una lettura omogenea dell’opera, alternando tempi estremamente lenti ad altri infuocati, senza riuscire a far emergere a nostro parere il grande lavoro introspettivo dietro ai personaggi in questa opera. Va aggiunto che la prova dell’Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini non è stata eccelsa, con numerose sbavature durante l’esecuzione che abbiamo ascoltato. Buono l’apporto del Coro lirico di Modena preparato dal M° Giovanni Farina. 

Come già accennato, il ruolo di Don Carlo in questa recita è stato eccezionalmente sostenuto da Paolo Lardizzone, in sostituzione di un indisposto Piero Pretti. Il tenore siciliano si è gettato in questa impresa con grande baldanza e, nonostante qualche imprecisione, è riuscito a portare a casa la recita. L’amico Rodrigo era qua Enrico Petti, baritono dall’ottimo timbro, capace di proporre un canto sfumato ed espressivo, solidità nel registro acuto e fraseggio nobile come il personaggio che si trovava ad interpretare. Anna Pirozzi vestiva i panni di Elisabetta con voce ampia e salda, capace di sferzanti salite verso il registro acuto e pianissimi molto interessanti. Avremmo forse auspicato un’interpretazione più coinvolgente, ma il soprano napoletano avrà tempo di maturare il ruolo che ha avuto modo di debuttare proprio nelle recite modenesi che hanno preceduto la messinscena di Piacenza. Teresa Romano interpretava invece in modo convincente il temibile ruolo della principessa di Eboli. Nonostante sia stato messo in difficoltà da una direzione non accomodante, il mezzosoprano campano, già apprezzato nella Fedora del mese scorso sempre a Piacenza, è riuscito a donare un’interpretazione accesa e accorata. Sugli scudi Michele Pertusi nei panni di Filippo II, fautore della miglior prova della recita, a lungo applaudito dopo la celebre Ella giammai m’amò, così come al termine dell’opera. Pertusi ha offerto una sontuosa prova vocale, dal fraseggio prezioso, riuscendo nota dopo nota, parola dopo parola, a far trasparire dietro l’esecuzione canora i tormenti del sovrano. 

Oltre al quintetto dei protagonisti, da segnalare la corretta prova di Ramaz Chikviladze come Grande Inquisitore (dalla dizione perfettibile), così come quella anche dei comprimari Andrea Pellegrini (un frate), Michela Antenucci (Tebaldo e una voce dal cielo) e Andrea Galli (Il conte di Lerma e un araldo). 

Nonostante i problemi al termine della recita un pubblico davvero caloroso ha accolto tutti gli artisti coinvolti, chiudendo con un buon successo di pubblico la stagione lirica piacentina, la nuova stagione del Teatro Municipale si aprirà il prossimo 15 dicembre con una nuova produzione di un’altro grande capolavoro di Giuseppe Verdi, come l’Otello, che vedrà protagonista il tenore americano Gregory Kunde.


Teatro Municipale
Piacenza | 12 novembre 2023

Don Carlo
Opera in quattro atti su libretto di Achille De Lauzières e Angelo Zanardini
tratto dall’omonima tragedia di Friedrich Schiller
musica di Giuseppe Verdi

Filippo II, re di Spagna | Michele Pertusi
Don Carlo, infante di Spagna | Paolo Lardizzone
Elisabetta di Valois | Anna Pirozzi
Rodrigo, marchese di Posa | Ernesto Petti
Il Grande Inquisitore | Ramaz Chikviladze
Un frate | Andrea Pellegrini
La principessa Eboli | Teresa Romano
Tebaldo | Una voce dal cielo | Michela Antenucci
Il conte di Lerma | Un araldo reale | Andrea Galli

Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini
Coro lirico di Modena

direttore | Jordi Bernàcer
maestro del coro | Giovanni Farina
regia | Joseph Franconi-Lee
regista collaboratore e movimenti scenici | Daniela Zedda
scene e costumi | Alessandro Ciammarughi
luci | Claudio Schmid



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