Palazzo Reale torna ad ospitare dal 23 marzo al 10 luglio una mostra dedicata a Umberto Boccioni dopo quelle organizzate nel 1973, nel 1982 e nel 2006.
La mostra nasce dalla volontà del Comune di Milano di celebrare il primo centenario della morte dell’artista; ed è il frutto di un importante collaborazione tra i musei civici milanesi (Il Gabinetto dei Disegni della Soprintendenza del Castello Sforzesco, il Museo del Novecento e Palazzo Reale), la Biblioteca Civica di Verona e la casa editrice Electa.
La mostra è uno dei principali eventi del palinsesto culturale del comune di Milano dal titolo Ritorni al futuro; e si pone come ideale conclusione del percorso iniziato sempre a Palazzo Reale con la mostra sul Simbolismo (tutt’ora in corso nei piani superiori).
La mostra presenta un percorso innovativo che vuole illustrare le fonti visive che hanno contribuito a formare il giovane Boccioni; questo è stato possibile grazie al recente ritrovamento, presso la Biblioteca Civica di Verona, di un importante fondo di documenti e scritti dello stesso Boccioni. Questo fondo comprende una rassegna stampa futurista composta a partire dal 1911 e soprattutto una sorta di Atlante futurista, una raccolta di modelli usati da Boccioni nella sua fase di formazione, (una sorta di Mnemosyne warburghiano ante litteram); sarà proprio questo Atlante a segnare il percorso di tutta la mostra, infatti molte delle opere citate nell’Atlante sono state rintracciate e portate in mostra in modo da confrontarle con i disegni e le opere di Boccioni (fino ad arrivare alla sala in cui possiamo finalmente vedere queste affascinanti tavole fotografiche).
La mostra (che si sviluppa per 19 sale ed espone più di 280 opere, tra disegni, stampe, dipinti e statue) è divisa in due grandi sezioni: la prima dedicata alla formazione di Boccioni (dal titolo Boccioni: la formazione), mentre la seconda è dedicata al Boccioni futurista (dal titolo Boccioni Futurista: pratica e teoria).
Nella prima parte della mostra tra i principali elementi di interesse (oltre al già citato Atlante e alle numerosissime opere poste a confronto) a nostro avviso ci sono tre diari di Boccioni (risalenti al 1907 e al 1908) generosamente prestati dal Getty Research Institute di Los Angeles e alcune delle opere del periodo divisionista di Boccioni come le Tre Donne del 1909-1910 (Gallerie d’Italia di Piazza Scala) e le Officine di Porta Romana sempre del 1909-1910 (Gallerie d’Italia di Piazza Scala).
Senza dubbio è la seconda parte della mostra quella che catturerà maggiormente l’interesse del visitatore, vengono qui esposte la maggior parte delle opere della stagione futurista di Boccioni, tra le quali segnaliamo: Elasticità del 1912 (Museo del Novecento), Antigrazioso del 1913 (MET), Forme uniche della continuità nello spazio del 1913 (Museo del Novecento).
L’eccezionalità della mostra è rimarcata dal fatto che tutti i 60 disegni di Boccioni conservati al Castello Sforzesco vengono esposti qui accanto alle opere (i disegni del Castello erano stati esposti integralmente solo in un’altra occasione nel 1979 al PAC).
Una delle poche note dolenti della mostra è a nostro avviso l’allestimento di Andrea Faraguna, che prosegue sulla strada segnata da Francesco Venezia (con il quale Faraguna ha collaborato per altri allestimenti) con Mito e Natura di proporre un allestimento curato ma che troppo spesso tende a sovrastare le opere e a trattarle come fossero elementi secondari.
Come già detto prima fondamentale per la realizzazione della mostra è stato l’apporto dei musei civici milanesi: in particolare il Museo del Novecento (che custodisce uno dei più importanti nuclei al mondo di opere di Boccioni) ha contribuito con ben 11 opere dell’artista e per l’occasione partecipa alle celebrazioni del centenario della morte di Boccioni riallestendo la prima sala del museo e proponendo un approfondimento sul periodo prefuturista di Boccioni e dei suoi evidenti richiami e collegamenti con le opere di Balla, Carrà e Russolo. Per l’occasione l’ingresso al Museo del Novecento sarà gratuito per chiunque presenti il biglietto della mostra di Boccioni.
Conclude il percorso della mostra lo spazio vede dal titolo Primavera Futurista, un giardino progettato dall’architetto paesaggista Marco Bay e realizzato dai Vivai Nespoli; l’idea di Orticola Lombardia è stata sostenuta da Hermès e dal settimanale IO donna.
Il giardino, posto nell’area retrostante Palazzo Reale, è la seconda edizione, la prima versione del giardino è stata allestita in occasione della mostra Mito e Natura lo scorso luglio. Il giardino trae ispirazione dalle opere esposte in mostra e per rendere attraverso le piante e i fiori la vibrazione dei colori futuristi Marco Bay ha scelto una serie di piante le cui fioriture si alterneranno lungo tutto il periodo della mostra così da poter riprodurre i vari colori della tavolozza futurista di Boccioni.
Una mostra dal taglio particolare e molto interessante che può suscitare grande interesse sia agli esperti che al grande pubblico.
Una mostra che non possiamo che consigliavi per l’imperdibile opportunità di vedere i disegni (che difficilmente sono visibili dal pubblico) e per (ri)scoprire fin dove affondano le profonde radici del grande genio futurista.
Umberto Boccioni
(1882-1916)
Genio e Memoria
Milano, Palazzo Reale
23 marzo – 10 luglio 2016
Rovereto, Mart
4 novembre 2016 – 19 febbraio 2017
a cura di Francesca Rossi
con Agostino Contò
progetto
Castello Sforzesco
Museo del Novecento
Palazzo Reale
mostra prodotta da
Electa
allestimento di
Andrea Faraguna
visite guiadte
Ad Artem
ADMaiora
Aster
catalogo
Electa